1. Gli astenuti calabresi, che sono più del 50%, si dividono in: un 20% disillusi di tutto; il 30%, quelli che risultano sì residenti in Calabria, ma di fatto vivono altrove, e non hanno speso soldi o perso ferie per elezioni poco stuzzichevoli, grigie, senza piazze e con riunioni in piccoli bar per non far notare il vuoto.
2. In Emilia l’astensione è stata nettamente inferiore a 5 anni fa, per evidente organizzazione e mobilitazione della sinistra, sardine comprese; in Calabria, sardine e sinistre si sono rivelate inconsistenti. La campagna elettorale del centro destra, inventata all’ultimo momento, è stata modestissima.
3. Il PD, se avesse ricandidato Oliverio dritto dritto e senza quel chiasso autolesionista dei mesi scorsi, perdeva lo stesso, ma in maniera meno disastrosa.
4. La gente di sinistra non si è riconosciuta in Callipo per le sua note simpatie vecchie di centrodestra. E se qualcuno ha saputo che con Callipo stava Pino Nisticò fino alla settimana prima dall’altra parte…
5. Al contrario, alcuni pur estimatori di Callipo come persona, non lo hanno votato perché stava con il PD.
6. Callipo voleva fare la “rivoluzione”, ma assieme all’apparato di politicanti più di mestiere che ci sia, il PD.
7. Le sardine calabresi sono rarissime e non fanno manco chiasso… se non toccate personalmente, alla Cristallo!
8. I 5 stelle spariscono. Il loro candidato era un perfettissimo sconosciuto; e quando si seppe che era un professore di Economia, tutti si chiesero se avesse mai espresso un concetto economico sulla Calabria. E tutti risposero di no. In Emilia R., anche peggio fu.
9. L’unica voce dei 5 stelle, quella di Morra, si levò contro i 5 stelle!
10. Il tentativo morresco di giustizialismo a 72 ore dal voto, ha dimostrato che Morra dal 28 dicembre si girò i pollici in commissione antimafia.
11. Tansi, tutto sommato, non è andato malaccio. Se entrava in Consiglio, magari faceva un poco di opposizione.
12. Forza Italia, che in Emilia R. è crollata, in Calabria ha goduto di una miracolosa resurrezione.
13. Fratelli d’Italia procede, lento pede, come una forza identitaria.
14. La Lega entra in Consiglio, è vero: ma, se confrontiamo i voti con le europee, perde parecchio, quasi metà. Chissà come le andava, se si fosse presentata da sola? Beh, quattro consiglieri li pigliava lo stesso, anzi forse di più.
15. La Lega, per evidente effetto dell’errore esiziale del Papete, ha messo i suoi elettori nelle condizioni che, per votare Lega, dovevano votare anche alcuni famosi rigenerati e dei sospetti “moderati”. Insomma, chi ha ancora votato Lega lo ha fatto con lo stesso entusiasmo con cui si piglia una pillola per il mal di stomaco.
16. Quanto alla presenza della Lega nel dibattito politico calabrese, essa è stata scarsissima, e vuota di contenuti: e ciò sia detto sia degli indigeni sia del commissario forestiero. A Soverato, per esempio, le due signore che, ciascuna per sé, rappresentano la Lega sono rimaste più mute di una notte d’inverno senza luna.
17. Lo Ionio catanzarese, o Basso che dir si voglia, resta come al solito senza rappresentanza. Del resto, quando abbiamo avuto Pino Nisticò, Chiaravalloti, Bova, Soriero… non ne abbiamo ricavato alcun utile.
18. Ora la Santelli dovrà nominare gli assessori. Hic Rhodus, hic salta, ovvero, e qui la vogliamo! La Calabria ha un oceano di problemi, e una Regione seria deve affrontare quelli di sua competenza: per esempio, prendere a frustate i passacarte, e costringerli a lavorare, soprattutto per spendere i fondi europei al 100%.
19. Capirò la Santelli dalla nomina dell’assessore alla cultura. È importante, ma soprattutto è un sintomo. A nome fatto, mi spiegherò meglio.
20. A proposito: io approverò la Santelli o mi opporrò alla Santelli come ho fatto con tutti gli altri da Guarasci in poi. Finora non ho avuto nulla da approvare, tanto meno dei tre o quattro di centro(destra): però, mai dire mai.
Ulderico Nisticò