Settembre, turisti, bagnanti, flusso


Che a settembre non ci sia anima viva, non servono le statistiche più o meno arrampicate: si vede… anzi, non si vede nessuno, né forestiero né indigeno.

Evitando accuratamente il solito giochino calabrese consolatorio “La colpa è di… ”, e, ovviamente, sempre di qualcun altro, m’interessa qui solo la causa.

La causa è che il turismo soveratese è solo di due tipi: balneazione e flusso. Turismo, è il solito dialetto barocco translitterato in lingua: tipo “Mio zio ha un posto, a Varese”, ed è capobidello.
Balneazione è che la gente fa il bagno, in genere fino alla cintola; flusso, che Soverato offre intrattenimento la sera, attirando, d’agosto, tantissime persone. Quanti siano solo di flusso e quanti alloggino nei poco più di trecento posti letto d’albergo (urka!!!) e ottanta B&b; e quanti in appartamenti in nerissimo; e quanti invece abitino a casa loro nei paesi, e vi tornino a notte fatta, brancoliamo nel buio di numeri che nessuno ci rivelerà mai, anche perché non li conosce nessuno.

Se dunque il tutto è flusso e balneazione, è ovvio che la cosa può funzionare in poco luglio e parte di agosto, ma non a settembre; e nemmeno ad aprile, maggio e giugno e due terzi di luglio. Perciò la potenzialità turistica di Soverato e dintorni è utilizzata, grosso modo, al 20%. Direi, la potenzialità della Calabria e di gran parte del Meridione.
Mancano, infatti:

1. turismo di salute;
2. turismo della terza età;
3. turismo religioso;
4. turismo scolastico;
5. turismo culturale;
6. eccetera.

Del resto, potrei fare i nomi di persone che, mentre nella nostra città passano per enormi intellettuali, mi hanno dichiarato, papale papale, di non aver mai messo piede nell’area archeologica di Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium, volgarmente detta anche Roccelletta. Non avendola mai vista, figuratevi se possono mandarvi altri, scolaresche comprese! Ai forestieri, tutt’al più, indicheranno alcuni buon ristoranti del territorio, non certo una città romana. Cassiodoro? Chi era costui? Sì, lo so che qualche pollo dirà che è sbarcato Ulisse in sette, otto posti di Ionio e Tirreno: però non è vero né storicamente né secondo il mito, e tanto meno leggendo l’Odissea.

Idem per ogni monumento e museo e area eccetera della Calabria e del Meridione, con eccezione per Pompei e Caserta, e poco altro.
Che fare? Per evitare l’effetto settembre con vuoto torricelliano, dovremmo mettere mano ai sei punti di cui sopra, cioè superare la balneazione. Il flusso, Soverato ce l’ha di giorno anche lunedì mattina, e d’inverno anche sabato sera.

Ci sono altre forme di turismo, a parte il mare. Avete mai visto, però, una gita scolastica a Soverato? Una comitiva di anziani magari tedeschi ricchissimi, e svedesi? Un poco di pensionati desiderosi del tepore di autunno e di primavera? Niente: tutti e solo ad aspettare i bagnanti.

Del resto, insegna il Vico, “natura delle cose è il loro nascimento”, e noi abbiamo iniziato male, con l’idea dei bagnanti, e con quella continuiamo.
Dico Soverato, ma vale per tutto il Meridione.
Concludo con queste riflessioni:

 il turismo non si aspetta, si procura, prendendo adeguati contatti con agenti di viaggio (pacchianamente, tour operator);
 anche i pensionati e le scuole sono turisti, e mica solo quelli tipo Pinne fucile occhiali da filmetti anni 1960;
 per attirare forestieri anche dopo il 31 agosto, bisogna avere voglia di lavorare tutto l’anno e non solo arraffare soldi con gli ombrelloni a costo vicinissimo a zero.

Ne vogliamo parlare?

Ulderico Nisticò


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