Sono le 14:00 e da stamattina ore 9:30 siamo qui all’Ospedale Pugliese di Catanzaro!


Riceviamo e pubblichiamo:
Mio padre, un uomo di 75 anni, diabetico ed iperteso, deve fare la colonoscopia. Orario di prenotazione: ore 11:00.

Da tre giorni fa la preparazione e da ieri sera non mangia nulla. Ha soltanto bevuto il “bibitone” che lo ha mandato in bagno un po’ di volte e gli ha “pulito” l’intestino.

Stamattina non ha potuto prendere le sue medicine, l’esame che deve fare prevede digiuno totale.

Alle 11:00 sarebbe dovuto entrare. Sono le 14:00 e ancora ci sono davanti tre persone prenotate prima di lui.

Oltre a lui altri pazienti lamentano di non aver preso le pillole che avrebbero dovuto e di sentirsi male. Un caos, ci dicono, dovuto all’assenza di medici.

All’accettazione, dopo un’attesa di un’ora e mezza per pagare il ticket, mi dicono la stessa cosa: oggi sono solo in due agli sportelli.

Ma con tutta questa fame di lavoro, possibile che un’Azienda Sanitaria sia senza personale? Ed è possibile che accetti il caos per delle assenze di personale?

D’altra parte stiamo parlando della salute delle persone che è strettamente correlata alla vita ed alla morte degli stessi, quindi perché accettare tanto?

I tanti cittadini/pazienti mal capitati, in attesa da ore ed ore stamattina, si lamentano con il personale sanitario che entra ed esce dal reparto. Loro, però, non sono responsabili di tanto disservizio.

Il Tribunale dei diritti dei malati, che si trova all’ingresso dell’Ospedale può accogliere la nostra testimonianza.

Stare in silenzio non serve. Portare i fatti che accadono a conoscenza di tutti serve un po’ di più.

Intanto è passata un’altra mezz’ora e nessun altro è stato chiamato. Un ritardo di tre ore e mezza. Chissà quanto ancora ci sarà da aspettare.

E se nel frattempo, qualcuno o qualcuna accusasse un malore?

A.B.

AGGIORNAMENTO
Mio padre è entrato per l’esame alle 15:40 ed uscito dal reparto un’ora dopo. Tra la preparazione e l’esame stesso e poi la sua ripresa (perché purtroppo dopo ci ha messo un po’ per riprendersi, tra digiuno, preparazione ed anestesia si sentiva debilitato) siamo arrivati a casa a Soverato alle 18:30.

Una vergogna per tutti, non solo perché mio padre è un soggetto fragile. Ciascuno e ciascuna di noi ha il dovere di evidenziare i disservizi ma considero l’intento esplicito dell’attuale politica di privatizzare la nostra pubblica sanità e mi auguro che ogni sforzo di denuncia da cittadina responsabile, non sia inutile.

Medici, infermieri e tutto il personale sono una risorsa preziosa per il nostro sistema sanitario, manodopera super qualificata come i medici di stamattina, penalizzati e mortificati dal sistema stesso.