Soverato, discoteche aperte già in zona gialla. Fatta la legge trovato l’inganno?


È ormai noto il paradosso che attanaglia il mondo della movida notturna. Con l’allentamento delle restrizioni capita sempre più spesso di vedere assembramenti un pò dappertutto, ma di riapertura in sicurezza delle discoteche ancora non se ne parla. Come denunciato più volte dal Silb molti saranno i gestori dei locali da ballo che probabilmente non avranno più la forza di rialzarsi da questa crisi.
C’è da dire però che non tutti i gestori sono uguali, ad esempio a Soverato pare che si sia trovato il modo di fare intrattenimento danzante anche nel periodo in cui la Calabria è stata in zona gialla.

Difficile da credere, eppure le immagini seguenti (che si riferiscono alla mezzanotte di Sabato 19 e al pomeriggio di Domenica 20 Giugno) parlano chiaro e non lasciano spazio a nessun’altra interpretazione, ovvero quella secondo cui a Soverato l’attività di intrattenimento danzante sia tollerata anche se ci si trova in zona gialla.
Forse a Soverato è stato già istituito in via sperimentale il sistema di consultazione alla banca dati con i nomi dei possessori di green card? Onestamente crediamo che sia piuttosto improbabile, ed anzi, il trucchetto è presto spiegato: sulla carta il locale è ufficializzato come lounge bar, l’evento come after-dinner o aperitivo, ma all’interno, al riparo da sguardi indiscreti, oltre a bere ci si può anche scatenare in pista come se il Covid non fosse mai esistito.

Appena l’alcol comincia a fare il suo effetto ci si può tranquillamente riversare in un mega assembramento, senza mascherina, rendendo del tutto inutile quel distanziamento tra i tavoli che solo nelle prime ore dell’evento riesce a dare una parvenza di legalità.
Ci chiediamo: se questo è l’andazzo in zona gialla, a che livello di spregio delle regole si arriverà ora che la Calabria è finalmente entrata in zona bianca?

Se da parte dei gestori c’è stato un atteggiamento decisamente discutibile, ancor più da stigmatizzare è quello delle autorità competenti, assenti ingiustificati in un weekend in cui comportamenti del genere erano assolutamente prevedibili, memori dell’estate scorsa in cui, a causa di una disarmante superficialità, alcuni gestori si sono resi responsabili di quella tristemente famosa settimana alle porte del Ferragosto 2020 all’insegna del panico e della corsa al tampone, con migliaia di giovanissimi, anche minori, che si sono precipitati nelle tende triage allestite in emergenza. A spese di tutti i contribuenti, ovviamente.

È bene ricordare i fattori principali che in quella occasione hanno determinato il caos: l’eccessivo numero di partecipanti agli eventi (in alcuni casi anche oltre il triplo del numero consentito per legge) e la quasi totale mancanza di tracciamento degli ingressi, uno dei punti cardine dell’ordinanza che consentiva alle discoteche di poter riaprire. Inutile dire che, come avviene quasi sempre in Calabria, tutto è finito in una bolla di sapone.

Sabato e Domenica sarebbe stata sufficiente una breve navigazione sui social per prendere atto che persino alcuni addetti ai lavori, serenamente e forse anche con una punta di orgoglio nonostante la palese violazione delle norme, non hanno saputo trattenersi dal testimoniare, pubblicamente ed in tempo reale con un’Instagram Story, il clima di festa che si stava respirando nella pista da ballo.

Non sappiamo se questa serenità sia figlia della certezza dell’impunità e della mancanza di opportuni controlli, e sarebbe piuttosto interessante chiarire se ci siano eventualmente state, ora come l’estate scorsa, anche complicità da parte di chi avrebbe avuto il compito di vigilare.
Un chiarimento che francamente auspichiamo, magari grazie anche all’intervento del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, perché a questo punto viene spontaneo chiedersi: ma a Soverato è in vigore la legge dello Stato italiano oppure la legge del più furbo?

Saverio Gregoraci