Soverato non è solo mare e sole


Saranno passati forse 12-13 anni e io me lo ricorderò per tutta la vita.

Partimmo da Roma con la mia macchina, alla volta di Soverato.
Io… e mio padre, da soli.
Lui era già molto anziano e pieno di acciacchi.
Voleva rivedere i luoghi della sua infanzia, e riabbracciare quei pochi amici ancora in vita.
Chissà se immaginava che sarebbe stata l’ultima volta?

Papà era un uomo semplice, buono, era amato da tutti.
Come molti nati in questa terra meravigliosa ma povera di opportunità, anche lui era stato costretto a trasferirsi al nord per continuare i suoi studi e trovare lavoro.

Tornando a quel nostro viaggio storico, una tappa obbligata fu la visita al mitico Istituto Salesiano dove il giovane Salvatore aveva frequentato tutte le scuole fino al V° ginnasio.
Soverato senza quell’istituto è come Roma senza il suo Colosseo.

Chiedemmo e e ottenemmo di poter entrare nella sua classe.
Papà si sedette su uno dei banchi.
Oggi mi rammarico di non aver immortalato con una foto quel momento magico.
Un’ampia vetrata si affacciava sulla baia di Soverato.
Che luce!
Irresistibili i colori e il richiamo di quel mare amico.
Era un’immagine da cartolina.

– Come facevate a studiare, con questa “tentazione” costante sotto agli occhi? – gli domandai io.
Mi rispose abbozzando un sorriso.
Non era facile neppure per loro ma erano “ragazzi di altri tempi”.

Entrando dentro l’Istituto da via Verdi, proprio nella prima stanza a destra, sono esposte le primissime foto di questi gloriosi studenti, poco più che bambini.
Si era in pieno periodo fascista e la guerra non era ancora iniziata.
Passateci se vi capita e osservate quei volti in bianco e nero.
Tra di loro mio padre, il suo sguardo sereno e pieno di speranza.

Soverato non è solo mare e sole ma anche storia di uomini che, senza retorica, hanno costruito con orgoglio e con fatica la loro vita e quella del nostro paese.

E ora… buona domenica a tutti!

Vito S.