Soverato – Oggi la seconda edizione del Premio letterario “Dispatriati”


Si svolge a Soverato il 5 agosto la seconda edizione del Premio letterario “Dispatriati” 2016-2017 dedicato ad opere sul tema dell’emigrazione e dell’immigrazione realizzato attraverso la collaborazione della Fondazione Filitalia International di Philadelphia PA Usa e la casa editrice Mazzanti Libri di Venezia con il patrocinio del Comune di Soverato e dell’Unaie (Unione nazionale immigrati ed emigrati).

La serata di proclamazione dei vincitori aperta al pubblico si svolge dalle ore 19 nella Sala Consiliare del Municipio messa a disposizione dal Sindaco Ernesto Francesco Alecci sempre propenso a rafforzare il binomio turismo e cultura per qualificare l’offerta e le iniziative della città marittima.

“Ho scelto la Calabria come sede del Premio di quest’anno– sottolinea la vicepresidente di Filitalia – distretto Italia, Stefania Schipani, nata a Catanzaro – proprio per richiamare l’attenzione su un fenomeno sociale come quello migratorio fortemente connesso con la ricerca di lavoro, anche qualificato, che coinvolge soprattutto i giovani del nostro Sud e il dramma della disoccupazione meridionale che ha numeri sempre più allarmanti”.

Nel corso della serata sarà anche presentato il libro “Da Isca a Filadelfia” (edito dalla Mazzanti Libri) di Pasquale Nestico, che da muratore a cardiologo di fama è partito dalla Calabria per approdare negli Stati Uniti e ha creato la fondazione Filitalia International con lo scopo di promuovere la cultura italiana e mantenerne vivo lo spirito presso gli emigrati italiani attraverso i numerosi Chapter americani ed europei.

Il concorso ha visto la partecipazione di 32 opere letterarie concorrenti alcune delle quali saranno segnalate come meritevoli di menzione, con un’unica vincitrice che sarà pubblicata nel corso dell’anno 2017. Il nome “Dispatriati” del Premio è un omaggio allo scrittore veneto di Malo (Vicenza) Luigi Meneghello che ha vissuto in Inghilterra come docente universitario di italianistica, ma che si è definito appunto “di-spatriato”.


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