Gentile “Da Paolino”,
un caro amico ci ha raccontato che poche sere fa, in un locale di una località a noi vicina, i Carabinieri sono intervenuti per far cessare la musica a volume altissimo.
Una mandria lì presente uscendo ha dichiarato “Andiamo a Soverato, che là possiamo fare quello che vogliamo!”.
Non servono commenti.
Gentile “Da Paolino”, a me i termini del lettore Lino cui lei si riferisce non sono sembrati affatto “bellici”. Pongono una questione, questo sì, e le questioni devono essere affrontate ragionevolmente e risolte.
La pacifica convivenza tra residenti e attività commerciali è fondamentale, presuppone garbo, comprensione e rispetto. I residenti mantengono la città con le loro cospicue tasse e spendendo il loro reddito nei negozi cittadini 12 mesi, non soltanto uno, Agosto.
Facciamo che abbiano il piacere della presenza di tanti locali sentendosi graditi e ben accolti. Facciamo che ci sia meno arrembaggio, meno sciatteria, meno forsennata ricerca del guadagno puro e duro.
Espropriare una città strizzando continuamente l’occhio alle mandrie scalpitanti del fine settimana a me non sembra una politica commerciale buona e lungimirante. Essere ospiti in una bella dimora presuppone educazione e cortesia dell’ospite, oltre al rispetto verso il padrone di casa che quella dimora l’ha inventata, costruita, fatta crescere, adornata e, ancora, sempre, amata.
Cordiali saluti e buon lavoro.
Lucia Talarico
Articolo correlato: Soverato più che “terra di conquista” si dovrebbe definire “meta ambita”