Sta dilagando il passatismo


Mi sono trovato a partecipare, passivamente, a tre o quattro occasioni che posso ben chiamare il trionfo del passatismo, con tutta la ridda dei luoghi comuni antimoderni, quelli secondo i quali i telefonini cellulari e i computer sono la causa di tutti i mali del mondo; segue che il progresso industriale ci farà presto morire tutti quanti come il giorno dell’Apocalisse; e il mondo è inquinato con mucchi di cadaveri in atto e imminenti… E il pubblico, composto di personcine normali tutte munite di cellulare, annuisce con entusiasmo, sognando un tempo bello e sereno in cui tutti erano felici e contenti e l’aria era pulita. Eccetera. E sognano anche un futuro in cui, per dirla con Profazio, camperemo d’aria.

Che disgrazia, la cultura! Sapere, per esempio, che nel periodo migliore della storia umana preindustriale, l’Impero Romano, l’età media era di 42 anni, e oggi è di 84. Ricordare che non dico ai tempi di Noè, ma fino agli anni 1960 si moriva per una bronchitella, che oggi si cura con una pilloletta…

…pilloletta fabbricata dalle bieche industrie farmaceutiche, e incartata in bieca plastica, e trasportata da biechi aerei, treni, automezzi. E io non ho visto nessun seguace di Greta curarsi con “incantesimi” come accadde ad Ulisse nel XIX dell’Odissea, ferito dal cinghiale.

Cinghiali che, oggi in numero abnorme, sono essi stessi un effetto del progresso, e non della natura. E si risolve, il problema, con fucili moderni, e non con le lance e gli scudi; che nessun passatista esangue e lacrimevole saprebbe usare.

Quanto all’inquinamento, ricordo bene che le fogne a Soverato risalgono alla fine degli anni 1950: dopo, non avanti Cristo. Lo stesso per l’acqua corrente. Il tutto, con tubi prodotti da bieche fabbriche e posti in opera da biechi idraulici con chiavi inglesi e non con pietre levigate.

E le guerre? È un pezzo che non se ne fanno più; e con esse è sparito il 45% della poesia, quella ispirata, appunto, alla guerra; e da quando le donne sono diventate libere, è sparito anche l’altro 45%, quello degli amori impossibili e complicati. Resta il 10% di cronachetta e buonismo, ma è una noia mortale.

E già, il mondo antico era bello e affascinante proprio perché Dante amava Beatrice però andava con altre donne, sua moglie inclusa; e Beatrice morì abbastanza giovane per non diventare una pesante e petulante suocera. Lo stesso per Laura, mentre Silvia le batté tutte in velocità, e trapassò che era appena ragazzina. Del resto, Leopardi morì a 39 anni, Foscolo a 49 e Dante a 56; eccezioni il Petrarca con 70 e Manzoni con quasi 90.

Non sappiamo quanto sarebbe vissuto Cesare, se non lo avessero ammazzato. E lo accoltellarono mica i mafiosi non scolarizzati cari ai temi in classe, ma dotti e raffinati intellettuali, al grido di Cicerone, Cicerone; che due anni dopo morì a sua volta decapitato da Marco Antonio d’accordo con Ottaviano. Bei tempi, emozionanti, divertenti, ma tutt’altro che comodi e non inquinati. L’eroico Fidippide percorse a piedi il lunghissimo tratto da Maratona ad Atene, invece di mandare un solo velocissimo sms: “nenikèkamen”.
Mi fermo qui, se non per esternare ai miei pazienti lettori una seria preoccupazione generale, e calabrese in pieno.

Quella in generale, me la sbrigo subito: sta dilagando la depressione; ma la depressione, che non è un atteggiamento spirituale, è una malattia, va curata con una pilloletta, sempre a opera di bieche case farmaceutiche, e medici laureati in università e non sotto una capanna del Tanganika.
Ma la mia Calabria, che la terzultima su 360 regioni d’Europa, e che, storicamente, al mondo moderno non c’è mai seriamente arrivata, di tutto ha bisogno tranne che di una botta di nostalgia di un passato immaginario; al contrario, sarebbe urgentissima un’operazione di ammodernamento, e non solo di cose rimaste arretratissime (strade, treni, scuole, strutture… ) ma di testa, di mentalità. Non ci servono piagnoni in servizio permanente effettivo e disperati di successo, ma gente spiccia, efficiente, ricca d’iniziativa e affetta da una forma inguaribile di neotenia.

Cos’è questa neotenia? La “tendenza al nuovo”, esattamente il contrario del misoneismo calabro del tipo “Così faceva mio nonno”. Nonno, il quale, come tutti sapete, era barone.

Ci servirebbero anche politici neotenisti, e capaci, con lo stesso atteggiamento di Mutshuito in Giappone, di fregarsene di tutto e di tutti, nonno barone in testa, e imporre l’ammodernamento a pedatoni.
Pulizia inclusa, che si ottiene solo con tecnologie moderne, non fingendo di attraversare a vela l’Atlantico… vela di plastica, ovvio, con scafo di resina! Ahahahahahahahah.
Voglio vedere, Greta e Casiraghi, se erano capaci di costruirsi una zattera di legno e corde e vele di panni forniti di Circe, come fece il detto Ulisse nel V libro!!!

Ulderico Nisticò