State in Calabria…


…ovvero, con banale gioco di parole, estate in Calabria; probabilmente obbligatoria per i Calabresi, se sarà vietato uscire dalla Regione. Storta per diritta, può essere una buona occasione.

 Intanto, per informarsi. Detto in generale, i Calabresi non conoscono la Calabria. Essa è lunga e stretta; e, per evidenti ragioni geografiche e storiche e culturali, uno di Reggio è molto più legato a Messina che a Cassano, eccetera. Sempre detto in generale, i Calabresi hanno una buona preparazione scolastica e universitaria… e basta; e siccome sui testi di scuola la Calabria è nominata solo per la fucilazione di Murat (ma chi era, costui?), i dotti calabresi non sanno quasi niente della Calabria; o vanno a luoghi comuni di viaggiatori stranieri dell’Ottocento, passati in fretta per andare altrove e convinti di saperne più del re Italo. Posso… potrei farvi dei nomi, ma dei nomi, di illustri che mi confessarono non essere mai stati a Roccelletta, km. 17.

 La Calabria non fa quasi niente per presentarsi, a parte il mare; gli operatori turistici (chiamiamoli così) vendono spiagge; gli intellettuali pigliano premi letterari retribuiti con l’antimafia segue cena, quindi hanno interesse al piagnisteo  a mostrare una Calabria di miserabili; la politica… ragazzi, scherziamo? La politica, Regione in testa, nulla di nulla.

 A proposito: l’assessore Spirlì è lì da due mesi alla Cultura, e non ha ancora dato un segno di vita.

 E invece la Calabria è una terra assai variegata per natura e umanità. Non è vero che dopo la mitica (e del tutto ignota) Magna Grecia, sia tutto finito; non è vero (per evidenti ragioni biologiche) che ai tempi dell’Impero d’Oriente fossero tutti, ma proprio tutti dei monaci maschi; eccetera. Non è vero che la Calabria sia una terra di mare, perché, almeno sullo Ionio, il mare di massa c’è da nemmeno mezzo secolo, e il resto è collina o montagna.

 E, soprattutto, non è vero che il turista sia un imbecille tipo film con De Sica junior, e le turiste… omissis. È un essere umano come me e voi, che, dopo il bagno, vorrebbe anche qualche altra offerta di interesse ed emozioni. Butto giù un elenco alla peggio: Altomonte, Amantea, Badolato, Catanzaro, Caulonia (Castelvetere), Corazzo, Corigliano Rossano, Crotone, Gerace, Isola C. R., Locri, Mileto, Monasterace, Palmi, Paola, Papasidero, Pizzo, Reggio, Roccelletta, S. Giovanni F., S. Marco A., S. Severina, Scilla, Seminara, Serra S. B., Squillace, Stilo, Taverna, Tiriolo, Tropea, Vibo…

 E tantissime località offrono pure angoli interessanti. Qui vicino: Cardinale, Chiaravalle, Davoli, Mongiana, Petrizzi, S. Andrea, Stalettì… Soverato, non scherza: Pietà, Poliporto, Suberatum…

 È una questione di organizzazione, finora molto carente. Che fare?

  1. Censura severissima, o almeno moratoria decennale, su tutti i prodotti letterari e cinematografici che spaccino una Calabria dirupata e abitanti eroici morti di fame;
  2. Conoscenza obbligatoria della storia calabrese a scuola: non fate finta di cadere dal pero, colleghi, perché sono almeno quarant’anni che c’è il 15% locale, solo che non gliene impipa niente a nessuno;
  3. Presentazione della Calabria vera, come sopra accennato;
  4. Mobilitazione di Regione, Comuni, agenzie turistiche serie…
  5. Un poco di fantasia, e che diavolo!

Ulderico Nisticò