Scrivo queste righe con profondo disappunto e un pizzico di amarezza. Chi, come me, frequenta da anni la spiaggia naturista di Stignano sa bene che si tratta di un piccolo angolo di paradiso calabrese, un luogo dove la natura regnava sovrana, il mare era cristallino e il rispetto per l’ambiente e per gli altri era la regola non scritta, ma sempre rispettata.
Peccato che quel paradiso stia lentamente sprofondando nell’abbandono più totale.
Da almeno un anno, la strada che porta alla spiaggia è diventata un percorso a ostacoli: malridotta, dissestata, invasa da piante, fango e detriti. Non è solo scomoda, è pericolosa. Un tempo bastava una normale auto, e pure un po’ di coraggio per arrivare; oggi, tra buche e vegetazione selvaggia, servirebbe un fuoristrada. Ma come se non bastasse, quest’anno è arrivata la ciliegina sull’amara torta: è stato rovinato anche l’accesso principale alla spiaggia. Sì, proprio quell’ingresso che rendeva tutto più agevole e che permetteva, anche a chi ha qualche difficoltà motoria, di godere di un luogo inclusivo e tranquillo.
Non capisco davvero perché un’area che ha attirato (e potrebbe continuare ad attrarre) un turismo di nicchia, rispettoso e attento, venga sistematicamente ignorata dalle istituzioni. Possibile che nessuno si prenda la briga di sistemare una strada e tutelare un luogo tanto bello quanto fragile? Possibile che si preferisca il degrado all’opportunità di valorizzare uno dei pochi spazi dedicati al naturismo in Calabria?
Il naturismo non è un capriccio per pochi eccentrici. È una scelta di libertà, di rispetto per se stessi e per la natura. Ma come possiamo parlare di rispetto quando è proprio la mano dell’uomo – o meglio, la sua incuria – a deturpare quello che dovrebbe essere un luogo di pace?
Chi di dovere si svegli. Perché la pazienza di chi ama davvero questo posto non è infinita. E perdere la spiaggia naturista di Stignano, per noi, sarebbe come perdere una parte di casa.
Francesco M.