L’Unione europea, da oggi, ha messo al bando degli oggetti di plastica monouso fra i più inquinanti: piatti, posate e cannucce. È entrata infatti in vigore la Direttiva europea SUP (Single Use Plastic), approvata nel 2019.
La SUP mette al bando gli oggetti di plastica monouso più ritrovati sulle spiagge: piatti e posate, cannucce, cotton fioc, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo. I negozi potranno ancora venderli fino ad esaurimento scorte, poi saranno proibiti. Mentre l’Unione Europea fa un primo passo per eliminare la plastica usa e getta, un gruppo di 14 scienziati di vari Paesi ha pubblicato sulla rivista “Science” un appello per un accordo internazionale che vieti addirittura la plastica vergine dal 2040.
Da quella data, secondo i ricercatori provenienti da Germania, Australia, Usa, Svizzera, Nuova Zelanda, Finlandia e Ruanda, il mondo dovrebbe smettere di produrre nuova plastica, ed utilizzare solo quella riciclata.
Nell’appello, oltre al bando si chiede la promozione dell’economia circolare, incentivando il riciclo di grandi volumi di rifiuti, e l’avvio di una campagna mondiale di rimozione dei rifiuti di plastica abbandonati nell’ambiente.
Secondo gli scienziati firmatari, serve un nuovo accordo globale «per coprire l’intero ciclo di vita delle plastiche, dall’estrazione delle materie prime necessarie per la loro produzione all’inquinamento ad esse legato». Si calcola che dal 1950 siano state prodotte 8 miliardi di tonnellate di plastica.
E la produzione continua ad aumentare: nel 2019 dalle fabbriche sono usciti 368 milioni di tonnellate di plastica vergine. Ogni anno, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il 3% dei rifiuti di vari polimeri finisce negli oceani: in media, secondo l’Onu, sono 8 milioni di tonnellate all’anno. Per la ong Tearfund, di questo passo al 2050, 12 miliardi di tonnellate di plastica si troveranno nelle discariche o nell’ambiente.