“Le parole hanno un peso. Sono pietre. E non si può giocare con certe frasi, cercando di dargli una veste diversa e più accettabile con un politichese che somiglia a quelle spezie (ab)usate in cucina su un ingrediente in procinto di andare a male al fine di confonderne i sapori e nasconderne così le magagne. Ma c’è chi se ne frega tipo Luigi de Magistris (la separazione è stata ufficializzata sabato scorso, ndr), tanto da spingermi a dividermi da lui”.
“Capo di una coalizione che in Calabria dietro a una sapiente mano di vernice cela un legittimo, ma altrettanto machiavellico, disegno: vincere le elezioni a qualunque costo, anche imbarcando i vecchi arnesi della politica. Personaggi dai quali io ho invece nettamente preso le distanze proprio per affermare il vero rinnovamento, non ingannando i cittadini con belle dichiarazioni di facciata e basta”.
Ha esordito con la consueta durezza il leader di Tesoro Calabria Carlo Tansi, che ha sbottato ancora una volta dopo aver letto una nota di Mimmo Lucano, il quale ha parlato di apertura ad Agazio Loiero e soprattutto Mario Oliverio. Argomento rispetto a cui Tansi è stato categorico, spiegando:
“Chi vuol far passare la mia rottura con de Magistris per una sorta di capriccio, dovuto alla necessità di recuperare una centralità nella scena politica, dice il falso ed è strumentale. Mi danno dell’egocentrico e della prima donna. Ma credo tutti si rendano conto di come nella vita contino solo i fatti e non le chiacchiere o gli appellativi, magari frutto di luoghi comuni. Ragion per cui ribadisco di essere andato nella giusta direzione, quella della coerenza, quando ho deciso di scendere dal TanDem”.
“Eppure ero talmente convinto che il progetto potesse cambiare le sorti della nostra stupenda regione da aver fatto subito un passo indietro malgrado la forte resistenza incontrata nella maggioranza dei miei candidati e collaboratori, alla faccia dell’egocentrismo mi verrebbe dunque da commentare, consegnando al sindaco di Napoli un Tesoro non unicamente nel nome. Un movimento – ha continuato – che costituiva per lui una base di inestimabile valore, elettorale e di energie, su cui poggiarsi”.
“Decisione assunta con generosità e altruismo essendomi accorto di come fosse venuto qui ‘panza e presenza’, per dirla in gergo. Subito dopo, però, mi sono pure reso conto del suo abile giochino: vampirizzarmi, prendendosi tutto il meglio di quanto avessi costruito insieme a centinaia di donne e uomini di spessore per metterlo a disposizione, in un indiscriminato calderone, del peggio di qualche partito alla canna del gas, leggasi Pd, che con lui dialoga, verbo non casuale, tanto”.
Senza peli sulla lingua, quindi, le affermazioni del geologo che ha concluso, asserendo: “Mi auguro gli elettori non confondano il de Magistris coraggioso magistrato con l’altro, il politico. Una sorta di alter ego, diciamo più semplicemente una copia sbiadita, di quello con la toga, che pur senza infrangere la legge, ci mancherebbe altro, è molto più disinvolto e spregiudicato nei comportamenti. E in questo caso della candidatura a governatore calabrese, che vedremo se sarà tale o magari finalizzata ad aprire la strada a qualche bella donzella del territorio con un atto di galanteria simile a un colpo di teatro, pronto a fare accordi, la traduzione di dialogo, con figure del passato lontane anni luce dal nostro Movimento”.