Tansi: “Istituzioni non dimentichino i lavoratori spettacolo in crisi profonda”


“L’indifferenza e la disattenzione nei confronti degli operatori dello spettacolo mi preoccupano e mi indignano, perché sono il segno di un Paese e di una regione come la Calabria che non vuole ripartire dallo sfruttamento della sua grande bellezza. Dei tanti Tesori che possiede, come peraltro amo ripetere spesso giocando con le parole e citando quindi il nome del nostro movimento e del gruppo social collegato.

Della bellezza di cui parlo, sono parte integrante anche una cultura e un’arte millenaria che però disse ad esempio un ‘superministro’ del passato quale Giulio Tremonti ‘non servono a farsi un panino’. Una frase poi come ovvio molto criticata e in parte persino ritrattata dallo stesso uomo di Governo che la pronunciò. Ma che invece mi pare si sia riflettuta nelle decisioni di quanti hanno governato non soltanto ai tempi di Tremonti ma anche dopo.

Questo rappresenta però una sconfitta per tutti, dal momento che arte e cultura non costituiscono unicamente un volano di sviluppo sotto il profilo socioeconomico bensì anche un nutrimento per l’anima. Detto ciò, non posso tuttavia dimenticare la situazione che stanno vivendo, da oltre un anno ormai, i tanti lavoratori di un settore come lo spettacolo. Gente ritrovatasi dall’oggi al domani senza una fonte di guadagno per sostentarsi.

Intere famiglie, anche abituate ad avere un buon tenore di vita malgrado lo scarsissimo interesse manifestato nei loro confronti da parte di chi detiene il potere politico, finite improvvisamente con ‘le gomme a terra’. Donne e uomini che io ho incontrato più volte, i quali mi hanno elencato una serie di problemi. Lacune e gap che si sarebbero potuti colmare, impiegando le risorse pubbliche riservate a tale settore nel modo migliore. Fatto che non è praticamente mai successo.

Basti pensare a quanto letto di recente sugli organi di stampa locali che hanno come ovvio messo in risalto la crisi patita dal comparto dello spettacolo, ma soffermandosi sulla disparità di trattamento nell’assegnazione delle risorse fra Nord e Sud. Dati diffusi da strutture come la Svimez che mi portano ancora di più a schierarmi a fianco di questi operatori per cui l’ultima speranza per ripartire di slancio deriva dal buon impiego dei fondi del Recovery Fund, con ogni probabilità l’ultimo treno per salvare un settore chiave. Un comparto che, come ho premesso, non è fondamentale solo per il fatturato prodotto ma anche e soprattutto per quanto di geniale, divertente e meraviglioso, regalaa tutti noi”.