Teatro dell’Uniter, e due decenni di amicizia


3 eta 01È il ventunesimo anno che la Libera Università della Terza Età di Soverato tiene convegni e conferenze e corsi regolari e, come vedremo, feste. In due decenni, quante altre sigle abbiamo veduto nascere e morire senza lasciare memoria; e invece l’Uniter va avanti e prospera. Ci sarà, un motivo. Beh, il motivo è che all’interno non si litiga per il presidente e il vicepresidente e l’assessore (Franco Griafi ci basta, con la preziosa collaborazione di Franco Iaria, Sina Montebello e Mario Nesticò); non corrono soldi; non arrivano contributi; e nessuno si deve candidare a niente e roba del genere. Ci s’incontra solo per amicizia, per il piacere di scambiarsi idee e qualche battuta. Davvero una bella lezione di vita.
Ma siccome è Carnevale per tutti (beh, quasi per tutti!), ecco la festa; e, secondo la più antica tradizione delle farse carnascialesche fin dalle Atellane e della Fescennina iocatio, un curioso lavoro teatrale misto di prosa e versi e canti e musica; e di italiano, dialetto e francese. Uno svago, uno scherzo leggero: ma è stato fatto e rappresentato. Eccolo:

“Si spusaru e Carnilovara”
Ouverture: Maria Palazzo;
Prologo: U.N., che è anche l’autore;
Traduttrice: Mariella Pedullà;
Cantante: Francesco Frustagli;
Moglie dell’ortolano: Roberta Calcagno;
Annina: Pina Iacono;
Assunta: Minma Caliò;
Lettore: Alessandro Moraca;
Lettrice: Elisabetta Corapi;
Aiuto regista, aiuto scenografo e trovarobe: Mario Nesticò.
Ha cantato anche il pubblico.
Un bel Carnevale.

Ulderico Nisticò


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