“Terapia negata a ragazza disabile perché un parente è positivo”


Covid e disabilità. I ritardi della macchina burocratico-sanitaria e le falle nel sistema dei tracciamenti dei contatti stanno creando notevoli disagi in tutto il territorio regionale. Le problematiche legate alla pandemia si acuiscono quando a subire le inefficienze del sistema sanitario sono soggetti con disabilità e nuclei familiari troppo spesso condannati all’isolamento da parte delle istituzioni preposte.

L’ennesima denuncia arriva da Catanzaro e vede impegnata il legale Giulia Anna Pucci che in queste ore ha inviato un sollecito all’Asp del capoluogo per conto di una sua assistita affetta da distrofia muscolare congenita che da giorni chiede, senza ricevere risposta, di poter effettuare un tampone dopo che un suo convivente è risultato positivo al test rapido.

Richieste ripetute rimaste inevase che hanno prodotto l’effetto dell’interruzione del servizio di terapia motoria e respiratoria di cui la ragazza, affetta da patologia gravissima, ha necessariamente bisogno.

Il 28 dicembre scorso un convivente della ragazza, già in auto- isolamento da giorno 26 in quanto accusava sintomi riconducibili al Covid, risultava positivo al virus. Il giorno successivo il medico di base inviava prontamente la relativa segnalazione all’Asp e a questa comunicazione faceva seguito un’ulteriore comunicazione di sollecito da parte della ragazza.

“Ad oggi – rileva l’avvocato Pucci – , nonostante i molteplici e reiterati tentativi di contattare telefonicamente l’Azienda sanitaria provinciale, la situazione è rimasta sostanzialmente invariata, determinando maggiore e crescente nocumento al diritto alla salute della mia assistita – oltre all’inevitabile stato d’ansia legato all’insostenibile attesa del tampone – determinato dall’interruzione del servizio di terapia motoria e respiratoria, stante la situazione in essere”. Il legale ha sollecitato l’Asp ad attivare al più presto le più opportune ed urgenti procedure, in primis l’effettuazione del tampone.