Testimonianze di ammirazione e affetto per Paolino Mongiardo


Il mondo della cultura ricorda Paolino Mongiardo, scrittore calabrese, originario di Sant’Andrea Ionio, scomparso di recente. Continuano a pervenire testimonianze di ammirazione e affetto per un intellettuale estroverso e ricco di stimoli culturali.

Così lo ricorda il medico dell’Asp di Catanzaro Antonio Matozzo: “Per lui ero un punto di riferimento ed io ero affascinato dal suo eloquio molto profondo, lineare e particolarmente analitico. Andavo a casa sua per “ossigenarmi” …era un piacere ascoltarlo. Il nostro cordone ombelicale, mentale, emotivo culturale non è stato reciso quando sono andato in pensione”.

La testimonianza del dottore Matozzo si unisce, così, al ricordo del sindaco di Sant’Andrea Apostolo, Nicola Ramogida, i quale giorni fa così rievocava lo spessore del professore Mongiardo: “ricordo le parole intime che ci siamo scambiati e la bellezza di quegli scambi così nostri che ancora mi commuovono. Posso, ancora, dire tutto il cammino che ogni sua parola ha fatto fare a me e, so con buona certezza, a chiunque si sia accostato al suo pensiero e alla rotondità delle sue parole”.

Vita e opere del nostro illustre conterraneo saranno ripercorse dall’Editore Gangemi, con sede a Roma in via Giulia, il quale pubblicherà l’ultimo saggio dedicato al filosofo Tommaso Campanella, che Mongiardo aveva ultimato a maggio, ma che non aveva fatto in tempo a pubblicare, per via dei suoi problemi di saluti.

In questo saggio, Paolino Mongiardo approfondisce un aspetto del Campanella poco conosciuto: il pensiero gnoseologico.
Antonella Mongiardo, figlia di Paolino, ricorda che in molte occasioni, in passato, suo padre commentava come del filosofo di Stilo fosse valorizzata solo La Città del Sole.

“Nell’immaginario collettivo- scrive Paolino Mongiardo- il nome di Tommaso Campanella si identifica con quello della “Città del sole”. Ormai è diventato come un riflesso condizionato: dire Campanella è come dire Città del sole. E viceversa. Del nostro filosofo di Stilo pare che non ci sia altro di cui parlare e di cui andare orgogliosi. E pensare che, dell’intera costruzione metafisica e utopistica dell’operetta, il solo aspetto che resta vivo, anche se è il meno conosciuto e il meno diffuso, è dato dalle intuizioni pedagogiche relative all’educazione, che non deve basarsi sui libri ma sull’esperienza e sulle capacità individuali, rilevabili da appositi test attitudinali. Per il resto, a motivo anche del mutato atteggiamento del Campanella nei riguardi della religione, la Città del sole è stata superata dalla sua stessa teologia”.

“Come mi spiegava mio padre – racconta Antonella  – in generale, non si sa che oltre questa operetta giovanile del Campanella ci sono opere filosofiche di più gran mole e di maggiore importanza da conoscere”.

“Fermandoci alla più significativa dal punto di vista speculativo e dottrinario- scrive Paolino Mongiardo- abbiamo la Metafisica in 18 volumi, la Teologia in 29 volumi e il saggio teoretico del Senso delle cose. Solo gli addetti ai lavori conoscono questi scritti e li commentano con bibliografie, monografie e articolo vari, ma in sordina e senza preoccuparsi di farli conoscere al grande pubblico. Meno che mai poi è stata trattata fino ad oggi, per quanto merita, la complessa e sottile dottrina della conoscenza di Campanella”.

Mongiardo ha così dedicato gli ultimi suoi sforzi intellettuali alla stesura di un saggio che trattasse la teoria della conoscenza di Tommaso Campanella in maniera unitaria e organica, facendo appena in tempo a completare e a correggere il testo, che fu preso subito a cuore dall’editore Gangemi, di Roma. Dopo la sua morte, contatti con l’editore romano sono stati ripresi dalla figlia Antonella, dirigente scolastica a Lamezia Terme, decisa a portare avanti l’opera del suo grande papà.