Tragedia in mare in Calabria: la Procura sospetta omicidio per la morte del pescatore


 Un velo di mistero e inquietudine si addensa sulla morte di Francesco Vatano, il pescatore di 56 anni, originario di Briatico (Vibo Valentia), ritrovato senza vita lo scorso 19 giugno nelle acque al largo di Amendolara e Trebisacce.

Quella che inizialmente sembrava una tragica fatalità, forse un malore improvviso, ha preso una piega inaspettata con l’apertura di un fascicolo per omicidio volontario da parte della Procura della Repubblica di Castrovillari.

Il corpo di Vatano era stato recuperato in mare dopo che, secondo le prime ricostruzioni, l’uomo sarebbe caduto dall’imbarcazione a seguito di un presunto malore. I soccorsi, allertati tempestivamente, erano giunti sul posto, ma per il pescatore non c’era stato più nulla da fare.

Tuttavia, le circostanze del decesso non hanno convinto appieno gli inquirenti. La Procura di Castrovillari, guidata dal Pubblico Ministero Biagio Cordasco, ha deciso di vederci chiaro, disponendo il sequestro della salma e nominando il professor Biagio Solarino dell’Istituto di medicina legale di Bari come consulente tecnico per l’autopsia.

L’incarico ufficiale sarà conferito nella giornata di oggi, 24 giugno, e l’esame autoptico sarà cruciale per determinare le reali cause della morte e, soprattutto, per verificare l’eventuale presenza di segni di violenza o anomalie non riconducibili a un evento naturale.

Al momento, le indagini sono condotte contro ignoti, e non vi sono indagati. Si cerca di ricostruire le ultime ore di vita di Francesco Vatano e di capire cosa sia realmente accaduto a bordo del peschereccio.

Alcuni colleghi avrebbero riferito del malore, ma la dinamica non convince pienamente chi indaga. Ogni dettaglio sarà esaminato con la massima attenzione per fare piena luce su questa drammatica vicenda.