Trasversale, ovvero Io piango i guai miei


 Vero che nessuno dei candidati maggiori, minori e minimi, e dico nessuno, ha finora 22, detto niente, a parte la lotta alla mafia che è, in Calabria, come gli auguri di Natale che ve li rivolge anche un passante ignoto. Ed è ancora più vero che un buon 85% della gente mostra il più cortese disinteresse… Ma io piango i guai miei.

 Io, in quanto presidente onorario del Comitato per la Trasversale delle Serre, e con me il presidente Schiavello. Io, o sono stato distratto, o da nessun minimo, minore o massimo candidato ho sentito manco nominare per sbaglio la Trasversale.

 Pazienza, dite voi: la stai aspettando solo dal 1968; e nel 1971 hai promesso ad una fanciulla di Vibo che l’avresti visitata più comodamente, grazie all’imminente arteria. Beata ingenuità!

 Pazienza, io? Subito dopo le elezioni, tireremo fuori di nuovo le unghie con Stato, ANAS, Regione, Provincia, Comuni e Poleis. Ebbene sì, ci sono anche le poleis. Del resto, in Calabria non è sbarcato Ulisse? Ops… sono sbarcati Ulissi, Ulissi a raffica: Copanello, Squillace, Catanzaro, Amendolara, Crotone, Scilla, Lamezia in senso lato, Nardodipace… Insomma, Ulisse stava più in Calabria che ad Itaca. E tutti a vantare l’unico vero sbarco di Ulisse, Ulisse DOC, tutti con l’Odissea in mano… chiusa, tanto mica sanno leggere il greco, e figuratevi tradurre! Che poi, Odissea alla mano, fu un naufragio di zattera arrangiata.

 L’unico fugace accenno di un autore antico alla presenza di Ulisse è a Temesa. Ma i grecisti della domenica non hanno mai sentito nominare Strabone e Pausania, figuratevi Temesa! Ah, la Calabria in mano ai dilettanti.

 Ecco, tra una poleis e l’altra, e tra lettori di Omero a fumetti, la Trasversale è ferma. E nessun candidato, nessun partito ne parla, nemmeno per buscarsi voti.

 Lo stesso per sanità, produzione, agricoltura, turismo… eccetera, qualunque eccetera vi venga a mente.

 Quanto alla cultura, è l’argomento più sconosciuto alla Regione Calabria dal 1970; e dico dal 1970 perché prima la Regione non c’era in quanto ente, e la cultura la sconoscevano come persone. Tutti laureati, però.

Ulderico Nisticò