Trattato con la Francia, e Napoleone


 È dai tempi di Brenno (390 aC) che i Transalpini cercano di conquistare l’Italia. I Galli ci riuscirono in parte, prima di essere interamente conquistati da Cesare, e subito latinizzati. Clodoveo, re dei Franchi, ci provò, ma buscò uno squasso di legnate da Teodorico, Eutarico e Cassiodoro (507). Ce la fece, però a metà, Carlo Magno (774). Venivano dalla Francia, ma non fu una conquista francese, Normanni e Angiò. Carlo VIII (1494-5) se ne tornò scornato. Il blocco italospagnolo impedì per trecento anni ogni tentativo parigino.

 Ci volle Napoleone, dal 1796 al 1815, perché, a vario titolo, l’Italia, isole escluse, divenisse vassalla della Francia. Leggete. Ah, nel 1768 Genova vendette a Luigi XV la Corsica: e così Napoleone Bonaparte nacque, per casuale strambo ius soli, un suddito francese: stranezze della storia.

 E fatemi qui ricordare la grande rivolta calabrese contro i “re” Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat. Sulle mura di Corigliano così insegnò un uomo al figlioletto: “Trai, trai [spara], con lo aiuto di Dio, ch’essi son francesi!”

 La Francia tornò in scena nel 1849 e dal 1855 al ’70, e possiamo ben dire che i fatti del 1859-60 a Nord e Centro non sarebbero accaduti senza Luigi Bonaparte, o sia detto Napoleone III; con la svendita di Savoia e Nizza da parte del patriota con lo sterzo Cavour. Più arruffata e maldestra la presenza di Lugi nei casi dell’Italia Meridionale del 1860-1, che presero una loro strada senza di lui. Sconfitto dalla Prussia nel 1870, Napoleone III sparì, e con essa l’intesa tra l’Italia e la Francia.

 Seguì un lungo periodo di contrasto, acuito dalla conquista francese della Tunisia, che portò l’Italia alla Triplice Alleanza con Germania e Austria-Ungheria, e a rischio di guerra.

 I mutamenti degli equilibri europei, attorno al 1910, fecero sì che l’Italia, nel 1914, si dichiarasse neutrale, per poi allearsi, l’anno dopo, con l’Intesa e prima contro l’Austria, poi anche contro la Germania.

 Pessima fu la gestione della vittoria del 1918 da parte dei governicchi liberali italiani; e palesemente ostile quella della Francia, spalleggiata dagli USA di Wilson. La questione della Dalmazia e di Fiume venne abborracciata nel 1920 da Giolitti, e risolta in modo soddisfacente nel ’24 da Mussolini; e fu una sostanziale sconfitta della Francia, che avrebbe gradito nemici ad oriente per l’Italia.

 Negli anni 1936-9, Italia e Francia si affrontarono, indirettamente ma efficacemente, nella Guerra civile spagnola. L’Italia sosteneva i nazionalisti e cattolici di Franco, che vinse; la Francia del Blocco popolare era schierata con repubblicani e comunisti.

 Intervenuta il 10 giugno 1940, e quasi a ciò costretta dalle fulminee vittorie tedesche, l’Italia combatté, con esito modesto, sulle Alpi, finché la Francia, o quel che ne restava, chiese l’armistizio anche all’Italia. Nel 1942, Germania e Italia occuparono l’intera Francia, quindi, l’Italia, recuperò anche Savoia, Nizza e Corsica, sia pure appena fino all’8 settembre 1943.

 Oggi le guerre si chiamano spedizioni di pace, e le occupazioni non si fanno con i soldati ma con i soldi. La Francia non invia più giovani e ambiziosi generali, ma compra aziende italiane. Per esempio, TIM, oggi sotto il mirino degli Americani, in realtà è di proprietà in gran parte francese.

 Mi piacerebbe leggere il trattato di ieri 26 novembre; ma io, che in fatto di storia la so lunga, so anche che i trattati vanno letti in controluce, tra le righe, come certi contratti con i paragrafi scritti piccoli piccoli… e spesso una parola, tradotta, vuol dire un’altra cosa.

 Senza alcun dubbio, la Francia farà i suoi interessi. Vediamo se li saprà fare l’Italia?

Ulderico Nisticò