Triste primato per la Calabria, nel 2020 sono stati 21 i comuni sciolti per mafia più 2 aziende ospedaliere


Ventuno i centri calabresi in gestione commissariale (triste primato nazionale) e quattro quelli sciolti nel 2020: in quest’ultima categoria rientrano Amantea in provincia di Cosenza; Pizzo (Vibo Valentia); Cutro (Crotone); Sant’Eufemia d’Aspromonte (Reggio Calabria); nella prima categoria, Siderno, Casabona, Crucoli, Delianuova, Careri, Palizzi, Stilo, Sinopoli, Africo, San Giorgio Morgeto; sono invece arrivate alla fine del periodo di commissariamento nel 2020 e hanno avuto quindi nuove elezioni Cirò Marina, Scilla, Strongoli, Limbadi, Platì, Briatico, San Gregorio d’Ippona. Le due commissioni straordinarie delle Asp amministrano invece rispettivamente un bacino di 553.861 abitanti (Reggio) e 370mila (Catanzaro).

Le gestioni commissariali in questione comprendono sia quelle avviate nel corso del 2020 sia quelle connesse a scioglimenti avvenuti in precedenza nonché le gestioni prorogate. In crescita il trend registratosi negli ultimi anni nei comuni del Nord Italia che salgono complessivamente a nove, perché cresce la presenza della criminalità organizzata attirata dalla possibilità di ampliare il proprio volume di affari, sfruttando, grazie alla penetrazione dell’economia legale, le condizioni economiche più vantaggiose, in special modo, nel settore degli appalti pubblici e dell’urbanistica.

La Relazione evidenzia come le Commissioni abbiano indirizzato le loro attività principalmente alla riorganizzazione dell’apparato burocratico, al miglioramento dei servizi offerti alla cittadinanza e alla trasparenza dell’azione amministrativa. Particolare attenzione è stata rivolta ai settori degli appalti pubblici, dell’urbanistica e dell’edilizia pubblica e privata per prevenire illeciti e abusi, ma anche per consentire l’utilizzo pubblico o per finalità sociali dei beni confiscati o sequestrati alle organizzazioni malavitose.

Diverse le iniziative delle Commissioni per migliorare le condizioni economiche degli enti amministrati, garantendo una gestione equilibrata della finanza locale. Dalle verifiche effettuate sui comuni sciolti per infiltrazione mafiosa nel corso del 2020 è emerso che circa un terzo degli stessi versa in condizioni di deficit finanziario. Dato significativo in quanto a livello nazionale gli Enti che hanno fatto ricorso a tali strumenti sono circa il 5% del totale.