Troppe leggi e troppe legislazioni


 Non perdo tempo a spiegare come la penso io sui clandestini in generale, tanto lo sapete già. E nessuno mi leva dalla testa che sotto la presa di posizione dei giudici di Roma nel caso Albania c’è qualcosa. E c’è qualcosa di peggio di un dolo, c’è l’ideologia.

 Ora vi faccio ridere amaramente. L’Italia (ma immaginate Stati Uniti e peggio!), secondo certi giudici, NON è un paese sicuro: pensate alla stazione di Milano, o a talune zone di Roma… Non lo è per le donne che vengono spesso uccise… è dunque pericoloso far sbarcare in Italia? Ridete, se ne avete voglia.

 Ora voglio parlarvi del disordine giudiziario; e non dico i giudici, dico la legislazione. “Tanto più uno Stato è corrotto, tante più leggi si fanno”, afferma Tacito, che era anche avvocato; e spiega che “non più con valore universale, ma a vantaggio di singoli si fecero le proposte di legge”.

 Già trent’anni fa qualcuno calcolò 150.000 leggi vaganti per l’Italia, più interpretazioni e sentenze; e interventi a gamba tesa di politici e giornalisti e vescovi e opinionisti. Così, per due casi analoghi, Salvini viene assolto a Catania e rischia la condanna a Palermo: abbiamo anche la giustizia geografica?

 Aggiungete un mucchio di carte internazionali, firmate dai governi con leggerezza come si fa per i bei discorsi; e che qualcuno rispolvera a convenienza. Non scherzo. Quando un magistrato cercò come scarcerare Carola che aveva speronato una nave, tirò fuori una sconosciutissima convenzione del 1951, più una stramba distinzione tra nave militare e nave di finanza. Come che fu, Carola è a spasso.

 Volete ridere ancora? C’era il governo gialloverde, presieduto da Conte, e con Lega e 5 stelle. Siamo dunque tra giugno 2018 e settembre 2019. In questo lasso di tempo l’ONU riunì una specie di congresso a Timbuctu, per affermare esplicitamente il diritto di emigrare. Ebbene, il governo gialloverde, o Conte, che fecero di bello? Non accettò e non si oppose, il governo, bensì semplicemente DISERTÒ LA RIUNIONE; e fece bene, perché qualunque cosa avesse firmato, anche una cartolina illustrata, un qualsiasi giudice di paese avrebbe usato la cartolina per giustificare sbarchi di clandestini a valanghe.

 C’è una Corte di giustizia europea, c’è una Corte dei diritti dell’uomo… E tutti questi organismi emanano non documenti giuridici seri, bensì retorica di paroloni buonisti. Perché non vietano di andare al mare in Egitto, se l’Egitto è così cattivo? E mi piacerebbe beccare la foto di qualche giudice in costume da bagno a Sharm El Sheikh, notissima località turistica egiziana. Vero che in Egitto vengono perseguitati i Fratelli Musulmani, banda di terroristi, ma è ovvio che l’Egitto fa benissimo a perseguitarli. Spiegatelo ai giudici nazionali e internazionali.

 Occorre dunque un’operazione tipo quando Ercole pulì le stalle di quel sozzone di re Augia; o quando Giustiniano dice “dentro le leggi trassi il troppo e il vano”.

 Vanno abolite tantissime leggi e roba simile; e riscritte le poche che restano, con il meno possibile di parole: SI NOCTU FURTUM FAXIT SI IM OCCISIT IURE CAESUS ESTO. Dieci parole, e sfido qualsiasi Azzeccagarbugli a trovare un cavillo.

 E attenti a certe corti internazionali, e chi siede e a nome di chi.

 Alla fine, serve una legge sola di tre righe, anche meno, che regoli un principio banalissimo: l’obbligo di salvare in mare non comporta altri obblighi.

Ulderico Nisticò