Trump, o alla faccia dei sondaggi


hero_wide_640 Se fossi un cittadino USA, avrei votato Trump con lo stesso atteggiamento con cui voto per qualcosa di non mio, da quando, nel 1995, mi hanno assassinato il partito. Avrei votato Trump per non votare la Clinton umanitaria fanatica nelle parole e guerrafondaia nei fatti ed espressione del capitale anonimo, e autrice di guerre condotte con i piedi da lei e dall’altro incapace di Sarkozy, e le cui conseguenze pesano oggi sull’Italia! Detto questo, nessuna speciale simpatia per Trump.

 Non vorrei essere però nei panni dei giornalisti italiani politicamente corretti i quali, fino a ieri sera clintoniani accanitissimi, da oggi sono costretti non solo a diventare trumpiani, ma, con mirabile faccia tosta, dimostrare che anche prima erano trumpiani, anzi più trumpiani di Trump.

 Ma i sondaggi… Valgono ben poco, i sondaggi. Esempio. A me chiedono cosa pensi della cosiddetta immigrazione, e io rispondo che non la voglio in nessunissimo modo, e che il problema va affrontato in Africa; il 90% di quelli che la pensano esattamente come me ma sono timidi e non vogliono correre rischi, rispondono invece balbettando mezzo sì e mezzo no, e il giornalista, trionfante, li segna tra quelli che non vedono l’ora di “accogliere”: e il 90% risulta per il sì mentre non è vero. Oppure, quando 14 milioni di Italiani votavano DC, non se ne trovava uno che lo dicesse in giro. Ecco da dove spuntano i sondaggi pro Clinton!

 Ma gli Ispanici, gli Americani neri… Temo che degli Stati Uniti molti non abbiano capito niente; e perciò state bene attenti.

 Gli Stati Uniti sono l’unico caso della storia umana di Stato non Nazione; e fin dal 1776. Allora non “i coloni”, ma alcuni coloni, quasi tutti di origine inglese, si costituirono in federazione; altri, invece, ugualmente inglesi, restarono “loyalist” al re Giorgio III: tra questi, quello Stuart che poi sconfiggerà i Francesi a Maida; e all’insurrezione non aderirono i Canadesi, né inglesi né francesi; e questi nonostante la Francia si fosse schierata con gli USA. Si tratta, come vedete di una scelta politica, e non etnica o linguistica. Washington era un nobile inglese parente degli Hannover. Siccome “natura delle cose è il loro nascimento”, uno è statunitense perché si sente statunitense, e ciò vale per qualsiasi colore di pelle. Con rarissime e fallitissime eccezioni, i Neri, se mai, si battono per diventare pienamente statunitensi, non per più o meno reinventate culture di immaginari antenati di quattro secoli fa: tutti, guarda caso, nobili capi tribù. Lo stesso per i “Latinos”, immigrati italiani inclusi.

 Trump vince perché ha perso Obama, con otto anni di tentativi non riusciti di socialdemocrazia, e con guerre assurde. Tutto il resto sono le invenzioni dei giornali radical chic che i lettori leggono e non seguono.

 Io spero che Trump mantenga fede a due principi: la tendenza repubblicana all’isolazionismo, e perciò costringere gli Europei a far politica estera e militare da soli; e un serio dialogo con la Russia. Io non ho nulla contro gli Stati Uniti, finchè rimangono il più possibile di là dell’Atlantico.

 Ora basta. Per esprimere un giudizio credibile, aspettiamo parecchi mesi. Una cosa è la campagna elettorale, altra è la presidenza.

Ulderico Nisticò


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