Turismo e cultura in Calabria


 RAI Calabria di ieri ci annunziava che i turisti stanno in fila a Villa S. Giovanni… cioè vanno in Sicilia. Del resto Sicilia e operatori siciliani si fanno pubblicità, come ogni anno, da mesi anche nel 2022; e così molte, quasi tutte le aree d’Italia, con aggiunta di Corsica e Slovenia. Calabria, niente.

 Stendiamo un velo… no, una lastra di marmo pietosa sulla patetica muccinata, costata un pacco di soldi e non vista da nessuno; e cerchiamo invano una qualsiasi pubblicità a favore della Calabria. Meno che meno, un qualsiasi cenno che si possa ricondurre alla cultura.

 Esempio grosso: i Bronzi, di cui, alla data del 2 agosto, non si ha la benché minima notizia.

 Esempio un poco più piccolo, ma mica tanto, e di stampo soveratese: abbiamo saputo (che volete, a me le raccontano, le cose!) di una dichiarazione ufficiosa delle autorità comunali che “non esiste un’organizzazione per visitare la Pietà”. Ma come, e non c’è la megassociazione galattica? A proposito sono arrivati i soldini di Spirlì? No? Ahahahahahahahahahahah.

 Mica è solo inerzia, in Calabria e Soverato; è la radicata convinzione che il turista sia quello dei Vitelloni e dei film polpettoni con De Sica jr (rare volte discende per li rami l’umana probitade: Dante), cioè il vacanziero sia uno scemotto che va al mare a mostrar le chiappe chiare, e basta, cui non interessano né musei né statue. Fine del turismo, in Calabria. Anzi, una precisa volontà di mandare in Calabria al massimo dei flussi di serie C. e a noi stanno bene i 15 gg di chiasso agostarico spacciato per turismo.

 E non parliamo dell’immagine che la Calabria ufficiale veicola di se stessa: tristi facce, piagnistei, depressione, mafia e antimafia, film in dialetto e manco genuino; e, come soluzione, predicozzi antimoderni e sogni di un mondo antico e felice che mai fu. Da notare che la Calabria ufficiale, con qualche rarissima eccezione, ignora la cultura calabrese; e figuratevi la storia! Le ignora, quando non ne nega l’esistenza.

 Riassunto: Occhiuto si sta dando da fare sulla sanità e la depurazione e magari anche per la spesa dei fondi europei, e lodiamolo. Invece non so nemmeno se ci sia un assessore regionale specifico per la cultura, o credo proprio di no; o se c’è, è il solito scaldasedie come dal 1970, messo lì per riempire una casella, e con l’ordine sottinteso di non fare niente.

 Così non va bene nemmeno sotto l’aspetto turistico. E ormai, come tutti sanno, “augustu, cap’e ‘mbernu”, cioè ormai, per il 2022, è tardi.

Ulderico Nisticò