Scrivo al netto delle liti tra Lega e Forza Italia, che spero la Meloni rimetta subito in riga. Si sta tentando una buona idea, che riguarda molto la Calabria: quella di ridurre i viaggi sanitari fuori Regione, e che la Regione paga.
Così recita la proposta in Legge di bilancio, che obbliga le Regioni: “a sottoscrivere accordi bilaterali per il governo della mobilità sanitaria interregionale e delle correlate risorse finanziarie, con tutti le altre Regioni con cui la mobilità sanitaria attiva o passiva assuma dimensioni che determinano fenomeni distorsivi”. Tradotto, per noi: se una diagnosi e terapia in Calabria non ci sono, o se altrove sono decisamente migliori, allora ognuno vada a curarsi dove meglio crede e deve; ma se le cure in Calabria esistono, allora la Regione può, e, secondo me, deve scoraggiare l’abuso.
Grosso modo, in Calabria i problemi della sanità sono più nell’ordinario che nell’eccezionale; e già, con un poco di più efficiente organizzazione, si avvertono alcuni miglioramenti. Per molte malattie, ci sono centri di eccellenza, o almeno più che sufficienti, anche in Calabria.
E sarei curioso di sapere quanti calabresi fanno, anche senza necessità, una specie di turismo sanitario; tanto un parente a Milano ce l’hanno…
Come mai la “distorsione”? Beh, c’è anche un fenomeno sociologico, e direi persino culturale nel senso banale e “distorto” del termine; ed è un’idea, un luogo comune che impongono un immaginario collettivo negativo della Calabria qualunque cosa succeda o non succeda; quindi anche nella sanità.
Ci sono, ripeto, modi per curarsi anche in Calabria; e se si risparmiano soldi di rimborso ad altre Regioni, si può fare meglio, e creare quei centri di eccellenza che eventualmente manchino o non bastino. Magari qualcuno da Milano verrà a curarsi in qualche ospedale calabrese bravo?
A loro volta, i medici calabresi vanno pagati e organizzati meglio, però devono anche aggiornarsi: cosa che non sempre avviene.
Altre Regioni smetteranno di incassare i soldi della Calabria? Se ne faranno una ragione.
Ulderico Nisticò