Gli arrestati e vietati e indagati vari della notte del 19 dicembre sono tutti, ma proprio tutti innocenti fino a sentenza definitiva… a data da destinarsi. Tutti, ma proprio tutti, anche i grossi nomi.
Ciò premesso, non possono lasciarci tranquille le varie centinaia di presunti birbaccioni, e certi nomi quanto un palazzo.
E pensare che in Italia ormai sanno che il problema drammatico della Calabria è la statua di s. Agazio a Guardavalle! E che se la statua verrà rimossa, improvvisamente la Calabria diventerà l’Età dell’oro dei poeti antichi, quando erano tutti buoni e bravi e mangiavano solo verdurine.
Per quanto mi riguarda, quello che mi suscita vomito è la presunta colpevolezza non di quattro disgraziati di valli aspromontane, ma di persone presunte per bene, professionisti… e già, alla faccia dei temi in classe e dei progetti scolastici, tutti scolarizzati, laureati, coltissimi, educatissimi, e che cenano educatamente in giacca e cravatta, mica scannano personalmente la capra! Ahahahahahahahahahah! La capra!
Com’è possibile che persone presunte per bene facciano così presunto schifo? È possibile, se il dottor Tizio e il professor Caio e l’avvocato Sempronio mostrano una certa disponibilità: diciamo così.
Vedete, la delinquenza è come la peste: se uno si avvicina a un appestato, se la becca. La casistica è immane, e basta scatenare la fantasia: chiedere un piccolo favore, poi un grande favore… E te lo fanno, il favore, però se lo segnano, e a momento opportuno te lo chiedono loro, il favore.
Fatto storico, vi narro. “Professore, qualunque cosa… ” mi dissero due giovanotti in un certo paese. Se avessi chiesto un omicidio o una sigaretta, per loro era lo stesso, mi accontentavano. Ma io non chiesi né l’una né l’altra cosa, e siamo rimasti amici come prima: zero. Immaginiamo qualcosa di diverso, che io avessi chiesto… era il 1979; oggi, declinante 2019, se ne sarebbero ricordati, e io sarei in galera assieme alla suddetta manica di presunti criminali, tutti innocenti fino a sentenza definitiva.
E attenti che ci sono vari gradi di delinquenza. Leggete il Gattopardo: Calogero Sedara, politicante in carriera, aveva un suocero così impresentabile che lo chiamavano Peppe Merda; un giorno Peppe venne trovato morto a colpi di lupara.
Attentissimi: non era stato Sedara ad ordinare l’uccisione; anzi, alla notizia del trapasso di Peppe, sarà rimasto meravigliato… e contento. Qualche anno dopo, Calogero, diventato intanto deputato del Regno d’Italia, avrà restituito la cortesia.
Delinquente non è solo chi spara; anzi, spesso, è un bestione inconsapevole. Delinquente è anche, anzi molto di più, il polilaureato il quale sa, sa bene cosa fa.
Ulderico Nisticò