Ultimissimi, e pure muti


La provincia messa meglio (ahahahahahahahahaah!) è Cosenza, all’86mo posto; le altre calabresi sono a raschiare il barile; Crotone è all’ultimissima posizione, zero. Attenzione, a dirlo non è un volantino delle sardine o di altri politicanti; non è uno storico della domenica alla Pino Aprile che se la piglia una settimana con Garibaldi e una con i Borbone: è il Sole 24 ore, foglio serio e autorevole; e che utilizza dati seri.

Attenti, calabrotti fissati di soldi: la classifica non è finanziaria, e nemmeno economica; è globale, riguarda la qualità della vita, la socialità, i servizi… Per capirci, se io divento miliardario e mi compro una Ferrari, impiego, per andare a Chiaravalle, lo stesso identico tempo della mia attuale Panda, perché la strada è quella, e Toninelli e la Vono mi presero personalmente in giro con invito personale a farmi menare per il naso. A Toninelli, non domandate: è smemorato, poveraccio! La Vono, vedete prima di che partito oggi è.

Insomma, la Calabria sta malissimo, e, francamente, non è una novità, e manco varrebbe la pena di parlarne. Quello che mi manda in bestia è che la notizia (e non è che il Sole ha telefonato a me, solo a me, stanotte: è di pubblico dominio) lascerà indifferente il 90 e più % della Calabria, e nessuno nemmeno la commenterà.

Nessuno, né università né poeti lautamente retribuiti né partiti e sindacati… Come mai? Ma perché sono tutti in qualche modo colpevoli. Vi ricordate il solito elenco da Guarasci alla Santelli? Non lo ripeto perché mi sono stancato di sprecare corrente elettrica per quei messeri.

Ebbene, due terzi furono di centrosinistra; e un terzo di centrodestra; e, con cdx e csx, intanto comandavano gli uscieri e i passacarte. Come vedete, nessuno può parlare…

Gli intellettuali? Buoni, quelli: hanno escogitato un metodo furbissimo, quello di scoprire cause remotissime (i Romani, i Bizantini, gli Spagnoli… ) dei mali, e annunziare altrettanto remotissime prospettive di futuro (presa di coscienza, cambio di mentalità… ). Come se uno andasse dal medico perché ha preso una storta per le scale, e il medico invece di una pomata ordinasse, scritta sulla ricetta, la ristrutturazione dell’intero condominio, tempo un paio d’anni; e intanto il paziente si tenga il dolore e la zoppia. Così fanno i dolenti dotti calabresi, faccia da funerale al convegno… e poi bevute e barzellette a cena.

Altrimenti, c’è sempre la scusa di tutte le scuse, la mafia. Come recita un antico detto, “Manca na pecura. Cu s’a mangiau?”, e il pastorello, “U lupuuuuu”. Non so se è chiaro.

Ulderico Nisticò