La notizia: gente di Roma, intenzionata a vacanze dalle nostre parti, viene presa in tagliola; versa una caparra su un conto di dubbia natura; cerca notizie su quando potersi sciacquare a mare… e scopre che era tutta una bufala e trappola. Ovvero, non c’è nessun appartamento, e il conto è irrintracciabile. I bagnanti sono stati truffati…
…e peggio per loro, e per l’evidente loro volontà di farsi le ferie in nero. Anzi, secondo me, andrebbero indagati e sanzionati.
Andrebbero sanzionati tutti gli appartamenti in nero di Soverato e dintorni, e ciò per tre motivi:
– ragioni fiscali;
– ragioni evidenti di ordine pubblico: la famigliola vacanziera potrebbe essere composta da terroristi islamici, o, non meno pericolosi, di agenti di USA o Israele che li inseguono;
– ragione di storia del turismo, su cui ora mi soffermo.
L’intera Calabria è zeppa di case e villette, e interi condomini, esplicitamente destinati all’affittanza in nero. Soverato, anche. Dove dovevano sorgere alberghi, spuntarono appartamenti; anzi, parecchi alberghi sono diventati appartamenti: s’intende, per il nero.
Ebbene, il fitto in nero è stato, ed è, la causa diretta del crollo della qualità del turismo, che da turismo si è ridotto a balneazione selvatica di breve durata; con rarità e assenza di turismo vero, e non parliamo nemmeno di turismo culturale, e delle altre varianti dell’industria del forestiero.
Dovrebbe essere noto a tutti il principio che IL TURISMO CATTIVO SCACCIA QUELLO BUONO. E ciò è accaduto in Calabria, nella più totale indifferenza della politica e delle autorità in genere.
Sarebbe ora di una precisa volontà politica di senso contrario, ovvero:
1. Controlli di ordine pubblico.
2. Obbligo di affidare gli appartamenti ad agenzie che ne siano responsabili. Sanzioni in caso contrario.
3. Regole precise di qualità, funzionalità e prezzo.
Succederà? Secondo me, no!
Ulderico Nisticò