Un’altra guerra: il Kashmir


 Un’altra guerra, come se non bastassero in Terra Santa e sul Don? Vero, ma non è una guerra nuova, e solo la ripresa di un conflitto antico.

Ai primi del nostro XVI secolo, l’imperatore Babur estese il suo potere sulla gran parte dell’attuale India e dell’attuale Pakistan, imponendo la religione musulmana.

Il dominio dei suoi discendenti, i Moghul, cominciò a venir meno nel secolo XVIII, mentre si rendevano indipendenti i rajah e principi, e cresceva l’influenza della Compagnia delle Indie, una società commerciale inglese che però esercitava anche un vasto potere politico e militare. Nel 1858 alla Compagnia privata subentrò lo Stato britannico, e nel 1876 la regina Vittoria venne proclamata imperatrice delle Indie.

Negli anni 1920-30 sorsero movimenti indipendentisti, tra cui quello di Chandra Bose, favorevole all’Asse italotedesco, e quello di Gandhi che proponeva la non violenza; e più o meno definiti partiti. Terminata la seconda guerra mondiale, la Gran Bretagna semplicemente scappò via, senza nulla aver fatto per preparare l’indipendenza; né avevano opinioni concrete Gandhi e gli altri politici sia indù sia musulmani. Scoppiarono scontri e massacri tra indù e musulmani.

L’Onu ebbe l’infelicissima idea (una delle sue!) di uno Stato musulmano con le province indiane occidentali e il lontanissimo Bengala, e venne fuori il Pakistan; ma il Bengala si ribellerà, divenendo indipendente con il nome di Bangla Desh, con una guerra che finirà solo nel 1971.

Il Kashmir era un principato con popolazione musulmana e sovrano indù, il quale optò per l’India. Da allora sono stati frequenti i conflitti, anche armati, tra India e Pakistan.

Entrambi i contendenti posseggono bombe atomiche. Vi lasciò immaginare, sperando che non le usino.

Ulderico Nisticò