Vediamo se ho capito il fatto di Gioia Tauro


portogioiatauro1 Premesse: nel 1970 scoppia la rivolta di Reggio; a parte la repressione violenta e un’altra ipotesi che io formulo tra me ma non ho i mitici “documenti” per dimostrarla, Giacomo Mancini, per placare l’ira, s’inventa il Quinto Centro Siderurgico a Gioia Tauro.

 Era palesemente una bufala, perché già stavano male Bagnoli e Taranto; intanto venne inferto un gravissimo danno all’agricoltura, con espropri eccetera: e di siderurgia, manco un fabbro ferraio.

 Giunse il fatale 31 luglio 1977, ultimo giorno utile per presentare il progetto all’Europa; e non venne presentato un accidenti. Il MSI e il Fronte della gioventù (altri tempi, ragazzi!) indisse una manifestazione a Gioia: eravamo manco cinquecento, arrivarono non meno di tremila tra poliziotti e carabinieri. Li mandava Cossiga. Scontri, calunnie della stampa… e niente Centro Siderurgico.

 Passano anni inutili, e, per circostanze del tutto inattese, al posto del Centro viene fuori il Porto. Il Porto viene fuori davvero, grazie a qualche abile manovra governativa e ai fondali molto profondi. La sua funzione è quella del “transhipment”, ovvero trasbordo di container da una nave all’altra per mezzo di grandi gru.

 Si usa così, oggi, lo so bene; e non ci sono più i porti come nei film inglesi di marineria tipo L’isola del tesoro, con decine di vascelli affiancati, bettole malfamate, risse tra marinai, amori mercenari e non comunque fugaci, e vecchi nocchieri che ripetono la ballata dell’albatros ucciso, pubblicata da Coleridge nel 1798. Lo so, lo so, siamo nel 2016, oggi si usano le gru.

 Da notare che il Porto di Gioia Tauro è a Gioia Tauro e S. Ferdinando giusto per la mappa catastale: tutti sanno, tranne gli intellettuali, che tra il Porto è Gioia c’è giusto una mulattiera; e dal Porto non parte e al Porto non arriva nulla che abbia a che vedere con la Calabria. Beh, quasi nulla: ma qui mi fermo. Per tutto il resto, il Porto non è minimamente collegato all’economia del territorio.

 E allora, scusate, se non ci sono bettole e donnette e marinai, da dove spuntano 400 (quattrocento) esuberi? Per fare che sono stati assunti questi 400 oggi, anzi da anni in esubero, se poi a lavorare sono le gru? E già, e qui torniamo al Centro Siderurgico: una botta di assistenzialismo corruttore, salari per tenere buona la gente. Così funziona il sistema.

 Gli esuberi, se non passa un’altra botta di assistenzialismo spacciata per mandare gli operai a scuola, saranno prestissimo licenziati.

 Intanto il mio buon amico Pino Soriero va in giro per l’Italia a proclamare che Gioia Tauro fa e farà la ricchezza non di Gioia, non della Calabria ma dei porti di Genova e Trieste: ve lo giuro, lo dice davvero; e giù applausi e giù sorrisi.

Ulderico Nisticò


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