Vendesi…


 È in atto una crisi mondiale, quindi europea, quindi italiana, e figuratevi calabrese. Vero, ma Soverato faceva sempre eccezione, e i negozi si aprivano, non si chiudevano con malinconica scritta VENDESI, che è diventata endemica.

 Ora non ve ne venite con Soverato la più ricca della Calabria, perché è solo un giochino statistico: tot stipendi, anzi soprattutto pensioni, e la somma divisa per gli abitanti. Un tempo, e nemmeno troppo remoto, la ricchezza di Soverato erano i commerci all’ingrosso, poi buoni commerci al dettaglio. E chi veniva a Soverato per comprare qualcosa, poi andava al bar, al gelato, magari a cena…

 Cos’è successo? Intanto, il calo, il crollo demografico. In assoluto, Soverato conta, ufficialmente, 8.700 anime; e vanno tolti quelli che, mantenendo la residenza, abitano più altrove che da noi.

 Ma il dato non è sufficiente come spiegazione, giacché da anni Soverato conta una percentuale molto alta di anziani o età più che matura; età poco portate a spendere, e tanto meno a intraprendere iniziative e investimenti.

 L’effetto più evidente sono gli appartamenti, gli interi casamenti al buio di sera; il che significa che i proprietari non vi abitano. Fatevi due passi, se non ci credete.

 E il turismo? Ma il turismo sta più nelle bocca della vanagloria e di perle e perline, che nella realtà dei numeri. È ben nota la situazione degli alberghi, praticamente ininfluenti; e i famosi appartamenti “pemmu lu ‘ffitamu a li bagnanti”, spessissimo in nero, suppliscono pochissimo, e non certo più per un mese intero.

 I bagnanti, del resto – e bagnanti, sono! – si bagnano per qualche giorno agostano. Autunno e primavera, silenzio totale.

 Alternative al bagno, rarissime; assenti il turismo culturale, quello di salute, della terza età…

 Che fare? Beh, io comincerei con una botta di realismo, come fa uno che si sente male e va dal medico, senza illudersi di essere in ottima salute; poi piglia le medicine.

Ulderico Nisticò