Vertenza dei 7.000 tirocinanti calabresi: “Con il nuovo Dpcm ci sentiamo ulteriormente abbandonati”


Con il Dpcm in vigore dal 6 novembre saremo tra le regioni in zona rossa per emergenza Covid-19 e dal Governo centrale ci sentiamo ulteriormente abbandonati perché alcuna misura è stata varata a nostra tutela (dopo la precedente esclusione dal Decreto Cura). 

Prosegue il dramma dei 7.000 tirocinanti calabresi di recente catalogati come “fantasmi e tristamente e nel vero senso del termine purtroppo lo sono” da un’intervista rilasciata da una nota rappresentanza sindacale.

Perché oltre alla precarietà di queste persone che da anni tirocinano presso Enti Pubblici e Privati e presso Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact) che reclamano almeno una contrattualizzazione nei settori in cui si trovano ad operare dopo anni d’incessante servizio e di formazione e per cui sono stati spesi circa 100 milioni di euro con fondi della Regione Calabria, un ulteriore aggravio in considerazione del Dpcm in vigore dal 6 novembre che relega la Calabria tra le regioni in zona rossa è rappresentato dalla mancanza di misure varate dal Governo centrale per questa categoria di persone, cioè i tirocinanti che nonostante sopperiscono alla cronica carenza di personale nei settori in cui si trovano quotidianamente ad operare con costanza ed impegno non sottovalutabile, non rientrano nel novero dei lavoratori e oltre alla mancanza di una vera e propria legge regionale che li tuteli varata dalla regione Calabria stessa, continuano a passare inosservati agli occhi del Governo centrale PD-M5S che ha il merito di essersi pronunciato sulla stabilizzazione dei Lsu/Lpu dopo anni e anni di precariato. Per i 7.000 tirocinanti calabresi si prospettano pertanto ulteriori mesi difficili, molti dei quali con famiglie a carico e monoreddito. Seguiranno aggiornamenti.