Vi ricordate la Commissione odio? Segue Zan.


 No, sicuramente no; io stesso l’avevo scordata, finché un lampo non m’illuminò, per caso. Il 30 ottobre 2019 il senato votò – a favore il centrosinistra, ipocrita astensione del centro(destra) – l’istituzione di una commissione il cui compito era reprimere l’odio. Oggi, 25 giugno 2021, non se ne ha la minima notizia, e, a pensarci bene, non ce ne poteva essere.

 Non ce ne poteva essere, perché l’odio è un sentimento, e, come tale, non può considerarsi una fattispecie giuridica che possa essere catalogata, individuata in un caso specifico, infine sanzionata. Io non odio, in senso preciso, nessuno, ma ho tantissime persone sullo stomaco: finirò al 41 quater? Insomma, la commissione era un caso di psicopolizia orwelliana, e senza manco poteri: flatus vocis.

 Non se ne poteva fare niente, e niente se ne fece, però dopo qualche giorno di piccolo chiasso sui giornali: i quali, quando non c’è una notizia, la creano.

 Anche la Zan farà la stessa fine: o se la scordano, o l’annacqueranno tanto da renderla inoffensiva. Del resto, lo sapete quante leggi vagano per la Fatal Penisola? Trent’anni fa, se ne annoverarono 150.000; da allora, si è perso il conto. Però sono sempre in vigore, tipo bollino tondo dietro le auto.

 Il pericolo di una eventuale Zan, anche se verrà supermodificata, è che, se passa, può capitare che un procuratore voglioso di titoli sui quotidiani e speranzoso di candidatura alle politiche, oppure uno fanatico ideologizzato, incrimini un poveraccio per un motivo qualsiasi: per esempio, Alessandro Manzoni per aver scritto i Promessi Sposi con Renzo e Lucia e non Luci* e Renz* Promess* Sivoglionobene; e aver rappresentato un frate maschio santo e una monaca femmina chiacchierata. Don Alessandro non andrà in galera, ovvio; però passerà anni della sua vita a pagare avvocati, e frequentare tribunali in attesa del regolamentare rinvio a Babbo Morto.

 E Dante, Inf. XV? Già l’Alighieri aveva i suoi guai giudiziari a Firenze… e sorvoliamo su quando, in Purg. XXX, si becca una scenata di gelosia da Beatrice.

 Riassunto: la Commissione odio, e la Zan e roba del genere appartengono a quello che il Vico chiama “il foro interno, del quale nessun legislatore giammai s’impicciò”. La bontà è una bella cosa, ma non può essere obbligatoria, e nemmeno controllata con un bontometro; l’odio… ah, quante volte l’odio si maschera tipo Iago di Shakespeare!

 Shakespeare? Da vietare al volo, perché Giuliett* e Rome* erano tutti e due minorenni!

Ulderico Nisticò