La Libera Università della Terza Età “Cassiodoro” di Soverato ha segnato un altro successo culturale con la presentazione della raccolta di racconti “Per chi arrivano i rondoni?” di Vincenzo Squillacioti. È anche uo dei diversi momenti di intensi rapporti con l’associazione badolatese La radice, di cui Squillacioti è fondatore e anima. Erano presenti la presidente dell’Uniter, Sina Montebello, il presidente della Radice Mario Ruggero Gallelli, l’autore, e relatore Ulderico Nisticò; il quale, come Squillacioti ci tiene a dire, è anche collaboratore della rivista Radice, anzi il più antico dei collaboratori.
Nisticò ha esposto una sua lettura particolare del lavoro di Squillacioti. Sono racconti ispirati a vicende reali di Badolato, che l’autore ricorda (re-cord-or, tenere nel cuore!) per esperienza diretta, e narra con lucida chiarezza e con bello e affascinante stile; ma, spiega il Nisticò, possono interpretarsi come uno studio di valore sociologico circa le trasformazioni delle nostre comunità tradizionali sottoposte all’improvviso arrivo del mondo moderno, con i suoi vantaggi e con le sue contraddizioni.
Arriva la macrostoria, con la partecipazione diretta dei contadini alle due guerre mondiali 1915-8 e, la seconda qui da noi 1940-43; e il passaggio di molti dal ceto contadino e dell’allevamento e dell’artigianato, alla scolarizzazione e alle professioni; e dal radicamento nel paese all’emigrazione.
È un fenomeno storico che potrebbe essere affrontato in saggi scientifici, certo seri ma non proprio popolari; mentre Squillacioti ha scelto la strada della narrativa, affidandosi all’intelligente fantasia del lettore.
Ne è prova l’immagine poetica dei rondoni, che mentre l’uomo cambia, continuano da sempre a tornare: ma per chi? Una domanda cui si può rispondere solo con il cuore.