Cerchiamo di capire bene di cosa parliamo: la violenza di cui ogni giorno abbiamo notizie non è quella della criminalità organizzata, o, per così dire, di mestiere. Parliamo di ragazzini armati di coltello quando non di pistola, e spacciatori e a loro volta drogati; e di bande di clandestini disperati accampati in periferie abbandonate…
Attenti però a non buttarla sul sociologico intellettuale: sappiamo ogni giorno di violenze familiari per mano di persone più o meno normali, che all’improvviso perdono la testa e uccidono.
Aggiungete una crescente conflittualità per buona sorte ancora solo verbale, e rotture di amicizie, e litigiosità tra associazioni… Insomma, secondo me c’è un virus psicologico sociali che dilaga come i virus biologici delle epidemie.
Discorso a parte la violenza contro le donne. Manca a questo proposito una seria analisi, e certo non aiuta la frase fatta del “patriarcato”: basta guardare in faccia i violenti, e vi accorgete che sono dei poveracci dalla psiche fragile e in cerca di una ridicola felicità, altro che patriarchi.
Manca la prevenzione, cioè un serio intervento di intimidazione dell’innamorato scemo: s’intende, legale e da parte delle forze dell’ordine; ma prima delle violenze, e per impedirle. E anche le donne, soprattutto giovani, si ricordino: la favoletta che siamo tutti uguali e tutti buoni, va bene per il tema in classe, non per la vita reale.
Passiamo agli imbecilli alla guida, e alla solita pappardella delle strade della morte; non sono le strade a causare gli incidenti, sono i mascalzoni… come quello di sabato 5, ore 16, a Catanzaro Sala, che sotto i miei occhi ha compiuto tre sorpassi in curva a velocità criminale. Ho notato, a tale proposito, l’assenza di una telecamera atta a levargli la patente.
Le strade sono quelle che sono, ma nessuna strada o autostrada è stata costruita come pista di Monza e per far divertire il cretino con auto veloce e piedino anarchico. C’è il nuovo codice: ebbene, si applichi senza pietà, e con multe salatissime e ritiro di patente a vita; e pubblicazione della foto del pazzo, con sotto nome e cognome.
E invece sapete che vi dico? Che ogni giorno sentiamo dell’incidente X, però mai poi sentiamo e leggiamo le cause e i colpevoli, e dopo un paio di giorni i morti e le auto accartocciate vengono dimenticati. I giornali e le tv si guardano le spalle? E allora pubblichino, obbligatoriamente, i comunicati di magistratura e polizie.
Ulderico Nisticò