Lezioncina di polemologia. La storia delle guerre è zeppa di casi in cui pochi e bene addestrati e bene armati e ben motivati hanno annientato eserciti numerosissimi, e anche armati, ma di fantaccini male arruolati e malissimo guidati.
Quanti ne volete: gli Ateniesi e Platesi contro i Persiani a Maratona; i Macedoni di Alessandro Magno; le poderose e organizzatissime legioni romane… e in tempi più recenti, e che qui non ricordo a caso, anzi a beneficio di Macron, l’esercito francese del 1940, adeguatamente attrezzato, e annientato lo stesso in due settimane da poche e ottimamente comandate unità corazzate tedesche.
Non è che i carri germanici fossero più grossi di quelli francesi, fu che i carristi tedeschi avevano l’animus bellandi, e la Francia veniva da vent’anni di pseudofilosofia e intellettualoidi canzoni deprimenti e condite con qualche… con abbondanti sniffate. Continuo con gli esempi?
No, andiamo avanti. Che improvvisamente l’Europa si voglia trasformare da burocrazia dei tappi a potenza militare, già è sorprendente, se ricordare Ursula lasciata in piedi da Erdogan, e che andò a cercarsi un angoletto in disparte; mentre qualsiasi “cudespina” calabrese analfabeta avrebbe subito girato le “terga”, inveendo contro il “tamarro” rozzo ospite.
Oggi la stessa Ursula vorrebbe imitare Isabella di Castiglia, Elisabetta d’Inghilterra, Maria Teresa imperatrice, la zarina Caterina e altre donne bellicose della storia europea. Staremo a vedere.
Il problema non è dunque produrre armi, bensì, per farla breve:
– organizzare forze armate efficienti e ben motivate;
– creare un governo europeo, e non quello delle fiscelle per le ricottine, ma un governo serio, quindi politico.
La prima cosa è facile; dalla seconda, siamo ancora lontanissimi. Vedremo.
Ulderico Nisticò