C’è del marcio in Danimarca… o no?


“C’è del marcio in Danimarca” è una delle frasi più celebri dell’Amleto, opera teatrale di William Shakespeare. Scritta tra il 1600 e il 1602, racconta le vicende del giovane principe di Danimarca che, dopo l’apparizione del fantasma del padre, si finge pazzo per scoprire le trame che hanno portato all’omicidio del Re. La citazione viene pronunciata da Marcello, guardia regale, durante la quarta scena del primo atto, rivolgendosi ad Orazio, l’amico fidato di Amleto. Tale frase fa riferimento agli intrighi, tradimenti, inganni e alle brame di potere che aleggiano sul trono di Danimarca e ancora oggi viene utilizzata per indicare azioni disoneste o imbrogli che si vogliono nascondere.

Ma ciò che Shakespeare non poteva immaginare è che invece quel paese disilluso di inizio ‘600, è oggi al primo posto della classifica dei popoli più felici. E il bello è che questa felicità è lontana anni luce dal modo di essere di noi italiani. Certo, direte voi, non ci vuole poi tanto! Quasi quasi anche nel Burkina Faso sono più felici di quanto lo siamo noi. Sorridere fa bene, fatelo! ma rimane il fatto che il popolo danese ha introdotto nel proprio status di cittadino la Work-Life-Balance. Cos’è, di grazia (tanto per rimanere alla corte di sir William)? Seppur l’orario di lavoro si attesta sulle 37 ore settimanali, il danese medio lavora appena 33 ore circa alla settimana. Quindi è il fancazzismo che rende felici? e no, popolo di stacanovisti. Vi sbagliate.

Cominciano a lavorare alle 8 del mattino e ci scappasse il morto, alle 16 sono già tutti fuori. E il venerdì escono anche prima. Dite la verità, sembra di descrivere il lavoratore medio del pubblico impiego italiano! E invece no. Pensate che gli straordinari in Danimarca nemmeno esistono. Nessuno si sognerebbe mai di rimanere al lavoro oltre l’orario previsto per legge. I datori di lavoro si fidano dei propri dipendenti (ai quali hanno dato preventivamente tutti gli strumenti per fare bene il proprio lavoro) e finché svolgono al meglio il loro incarico in maniera efficiente, possono tornare a casa tranquillamente in orario. Anzi, vogliamo dirla tutta? Restare più a lungo in ufficio depone malissimo, dà una cattiva impressione, mette in discussione l’efficienza organizzativa e svilisce la capacità di gestire il proprio tempo. Si può pensare che i danesi continuino a lavorare da casa, ma non è così. Il lavoro rimane in ufficio e una volta fuori, si dedicano esclusivamente a loro stessi attraverso hobby, sport, escursioni nella natura e vita privata. Il giorno dopo sono tutti di nuovo riposati e rilassati e il lavoro svolto da persone riposate, è più veloce e produttivo.

Sicuramente l’economia del paese scandinavo starà boccheggiando, con un sistema così lontano da politiche del lavoro massacranti, saranno più in crisi di noi. E anche qui vi sbagliate. La Danimarca è uno degli Stati più produttivi di tutta l’UE. La disoccupazione è minima e la produttività di quel paese è un’utopia per la penisola italica. Ecco perché sono felici. Lavorano tutti e lavorano poco. Qualcuno arriccerà il naso, soprattutto colui che dallo sfruttamento dei lavoratori ha ottenuto ingiusto profitto, ma se non capiamo questo semplicissimo concetto, nessun Reddito di Cittadinanza e riforma dei CPI servirà a dare dignità al sistema lavoro italiano.

Lavorare tutti, lavorare meno. Questo è lo slogan. Certo, dovremmo far lavorare anche i raccomandati, coloro che platealmente e senza ritegno mortificano i lavoratori veri, quelli che fanno gli straordinari per doversi sostituire al parassita con l’amico politico e che guadagnano quel tanto che basta a vivere una vita onorevole. E forse non saremo mai come la Danimarca, ahimè. Ci arrabatteremo, sempre e comunque, per tirare a campare guardando con disprezzo le locuste che divorano il nostro bel paese.

Solo un consiglio vi voglio dare, però. Se qualcuno vi dice che lavorare tanto, anche oltre il normale orario di lavoro, è un merito… state molto attenti! molto probabilmente chi cerca di convincervi di questo scempio, è solo uno che ha tutto da guadagnare dal vostro schiavismo.

Il lavoro nobilita l’uomo, l’eccesso di lavoro è un aberrazione.

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


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