Il caso Lucano oggi


E dico oggi, perché voglio parlare solo di questo, senza vagare negli eterei campi delle buone intenzioni di cui è lastricato l’Inferno. Io cerco di capire qualcosa, in attesa di leggere l’ultima sentenza. Ecco i fatti.

Nel 2016 (attenti alle date), la Prefettura di Reggio constata diverse irregolarità in tutta la gestione dei migranti a Riace.
Nel 2017, interviene la Procura di Locri, che mette in atto sue indagini.

La cosa diviene di pubblico dominio su giornali e tv e altrove.
Il Ministero degli Interni, in attesa di saperne di più, sospende i contributi a Riace. Ciò avviene dopo la formazione del governo Conte, ma dev’essere iniziata prima.

Il 2 ottobre 2018 la Procura di Locri arresta Lucano e gli commina gli arresti domiciliari. Questi vengono confermati dal GIP. Accuse: 1.favoreggiamento immigrazione clandestina; 2.affidamento arbitrario di incarico comunale spazzatura; 3.altri reati.

Il GIP non conferma il punto 3; e non ammette gli arresti di altre 14 persone, tuttavia indagate.
La Prefettura, in base alla legge, sospende Lucano da sindaco. Corre voce che il Comune di Riace versi in un deficit immane; e comunque è in dissesto.

La compagna etiopica di Lucano, che mi pare di aver letto (una notizia fugace, potrei sbagliami) essere in Italia per via di un matrimonio, viene sottoposta a divieto di dimora a Riace. Di lei qualche giornalista meno pavido riferisce chiacchiere riacesi.

Il 90% di stampa, tv, social, intellettuali, alti ecclesiastici e quant’altro, si schierano con Lucano. La RAI regionale parla di Lucano con tono idilliaco e ispirato, e i corrispondenti locali mostrano a tale proposito una faccia estasiata come di fronte a una celeste apparizione.

Viene tenuta una manifestazione annunziata come ecumenica, in realtà a netta prevalenza di Rifondazione Comunista e altri reperti archeologici. Lucano, che non perde occasione per darsi una poderosa zappa sui piedi, saluta a pugno chiuso.
La politica calabrese di sinistra, Oliverio in testa, si guarda bene dal mettere piede nella sfilata.

Il 16 ottobre, il Tribunale del riesame di Reggio emette una sentenza in apparenza strana, in realtà ben fondata; e lo dico in attesa di leggere le motivazioni. Libera infatti Lucano dagli arresti domiciliari, e gli impone il divieto di dimora a Riace. Dimora, non domicilio: deve effettivamente vivere fuori dal territorio comunale di Riace. Libera la persona e colpisce il sindaco.

A Lucano in quanto persona viene alleggerito il provvedimento di arresti domiciliari; a Lucano in quanto sindaco viene comminato un provvedimento molto più grave: dimorando altrove, non può incidere sulla vita politica e amministrativa di Riace. È dunque un provvedimento di natura squisitamente politica. Stiamo infatti parlando di un sindaco, che, per definizione, è un uomo politico, soprattutto se i reati e le irregolarità sono stati commessi nella funzione di sindaco.

Questa è la situazione al 17 ottobre 2018. I prossimi passaggi sono quelli stabiliti dalla procedura penale.

Per tutto il resto, ognuno la pensi come vuole. Io la penso che, con quanto hanno speso a Riace (legalmente o no, se la vedano i giudici), avremmo aiutato tantissimi Africani a restare in Africa e lavorare e produrre, invece di ingrassare benefattori, ong, mafie e caporali. Per sorridere un po’, sappiate che l’ultima guerra seria che ha interessato la Tunisia fu la distruzione di Cartagine del 146 a.C.

Così la penso io. Se avete altre opinioni, sarei lieto di leggerle su queste stesse colonne. Opinioni, però: evitate ingiurie generiche, che tanto su di me scivolano come le acque canterine della fonte di Bandusia.
Non sarebbe ora di aprire una discussione seria su Africa e Asia e altre aree povere? Ce ne sono anche in Europa, non faccio nomi!

Ulderico Nisticò


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *