Sono una cittadina di Soverato e voglio raccontare, attraverso queste poche righe, ciò che a mio avviso ha dell’incredibile.
Mia mamma, 93 anni, allettata da 3 anni e mezzo circa, si alimenta da un po’ di tempo solo con liquidi, per cui, preoccupata, mi rivolgo al mio medico curante che, dopo avermi spiegato cosa e come fare, mi invia l’impegnativa da presentare all’ASP per richiedere una visita dietologica: “è la prassi”.
Presento l’impegnativa presso l’ufficio competente ASP e l’impiegata mi comunica che a breve mia mamma riceverà la visita medica richiesta, in seguito alla quale si potrà redigere il piano terapeutico.
Infatti, dopo un paio di giorni arriva il medico specialista da Catanzaro, che solo dopo aver verificato la situazione, mi consegna il piano terapeutico raccomandandomi di presentarlo all’ASP per la dovuta autorizzazione da parte del medico competente: “E’ la prassi” aggiunge.
Mi reco quindi nuovamente presso gli uffici ASP per l’autorizzazione del medico responsabile, il quale mi invita a ritirare gli integratori prescritti presso la farmacia territoriale, “Immagino sia la Prassi” dico sottovoce e lui: “Certo! E’ la prassi” aggiungendo: “la farmacia è aperta lunedì, mercoledì e venerdì”.
La mattina di venerdì 12 luglio, alle 8,30 (con già 37°C all’ombra) mi reco per la prima volta presso la farmacia territoriale, individuata soltanto perché passando di lì ho sempre visto tantissima gente in attesa, d’estate e d’inverno, con il sole e con la pioggia, davanti al portone…rigorosamente all’esterno dell’edificio.
Stranamente questa volta non vedo nessuno, il portone d’ingresso è socchiuso… entro nella piccola sala d’attesa e noto tre persone sedute sulle uniche tre sedie presenti, gli altri in piedi, tutti appassionatamente accaldati perché di climatizzatore neanche a parlarne, quello è esclusivo privilegio degli addetti ai lavori.
Chiedo: “Chi è l’ultimo?”, fatidica domanda, perché il distributore dei numeri, guarda caso, non funziona.
Prima di me altre sei persone. Alle 9,00 (orario di apertura dello sportello), la saletta è sempre più affollata e surriscaldata… Leggo negli sguardi dei presenti la rassegnazione, la preoccupazione che qualcosa potrà non andare per il verso giusto, la paura di perdere il pullman per il ritorno (tanti non sono neanche del posto ma arrivano dai paesi del circondario). Per me è la prima volta ed allora ingenuamente chiedo: “È sempre così? Tutto questo non è umano, no?”.
Ed ecco che qualcuno timidamente risponde, come se aspettasse solo l’input per esternare il suo sconforto: “Normale? Tutto fuorché normale! D’altronde, cos’altro possiamo fare quando abbiamo bisogno?”. Un altro, paonazzo non so se per il caldo o per l’agitazione: “L’ASP fa controlli e multe ai negozi che non sono a norma… e qui? Io sono arrivato alle 7,30 con il pullman, e non sono neanche sicuro che i farmaci che mi servono ci saranno tutti”. L’ultimo, sfinito intervento, quasi accennato: “Io avrei la precedenza, ma qui non la concedono”.
Alle 9,30 finalmente arriva il mio turno, apro la porta e vengo piacevolmente investita da una intensissima ventata di aria condizionata (tra il niente ed il tutto c’è una gamma di sfumature, ma noi i mezzi termini non li conosciamo), mentre un ragazzo molto spiritoso dice: “Signò, dassatala aperta a porta” (e ci credo, a momenti ti ci vuole il piumino!), sorrido e consegno la pratica.
“Missione compiuta” penso fra me e me, quasi incredula che l’intera procedura volga al termine con successo. Ma naturalmente… mi sto sbagliando di grosso! Ancora col sorriso stampato in faccia mi sento dire dalla farmacista: “Mi dispiace, non abbiamo tutti gli integratori, ritornate fra due settimane…” e io: “devo ritornare sempre qui?” e lei: “SI, è la Prassi!”.
Esco sconsolata e mi chiedo: “Questa dannata PRASSI chi l’ha inventata?”
P.S. Ammetto di essere avvantaggiata abitando a Soverato, ma penso alle difficoltà (senza altro aggiungere) dei miei compagni di sventura che per raggiungere questo agognato luogo hanno fatto e continueranno a fare decine di chilometri. Servirà il racconto di questa giornata all’inventore della Prassi? Costui, alla luce delle disavventure di tanta povera gente, proverà almeno a rendere tutto più umano, più sopportabile? Cercherà di dare dignità a chi per motivi di salute è costretto puntualmente a queste staffette interminabili?
Distinti saluti.
R.B.