La Corsica


 Ci vuole la visita del papa, perché anche stampa e tv si ricordino della Corsica. Finora, a parte qualche zona balneare, quasi nessuno aveva nemmeno idea di dove fosse! Trapelava, è vero, qualche notizia di agitazioni contro la Francia, ma era politicamente corretto sorvolare.

Che c’entra la Francia? La Corsica, dominio romano dalla Prima guerra punica (264-49 aC); lasciata a se stessa dopo la caduta dell’Impero d’Occidente, e anche da quello d’Oriente; esposta a incursioni di Saraceni, nell’XI secolo passò sotto l’influenza di Pisa, poi di Genova.

A questa fu sempre ribelle: per quel che ci può riguardare da vicino, nel XVI secolo un Ravaschieri, parente dei futuri feudatari di Satriano, Cardinale, Torre, Girifalco etc, venne catturato dagli insorti e fatto sbranare dai terribili molossi corsi.

Nel XVIII secolo, la rivolta assunse veste politica e militare con “u babbu di a patria” Pasquale Paoli (1725-1807), che chiese aiuto alla Gran Bretagna. Genova, che aveva debiti con la Francia, cedette l’isola, con trattato del 15 giugno 1768. Attenti alle date: nasceva ad Aiaccio, il 15 giugno 1769, Napoleone, figlio di Carlo Buonaparte, uno dei seguaci del Paoli.

A parte la diceria che abbia falsificato l’atto di nascita per risultare francese, e se non vogliamo ragionare in termini hegeliani di necessità della storia, si tratta di un caso di ius soli. La famiglia Buonaparte, poi alla francese Bonaparte, era corsa di origine toscana della Lucchesia.

Divenuto dittatore, poi imperatore, Napoleone non si curò molto della Corsica; e così agì la Francia delle seguenti monarchie, imperi e repubbliche; e agisce tuttora.

Nemmeno troviamo tracce di un qualsiasi atteggiamento dell’Italia nei confronti della Corsica; e questa va ad aggiungersi alle Italie fuori dai confini: Canton Ticino, Nizza, Malta…

Nel 1940, l’Italia fascista entrò in guerra contro la Francia, che però era già fulmineamente occupata da forze tedesche, e, dopo quello con la Germania, chiese l’armistizio anche all’Italia, lasciando le cose come stavano.

La Corsica restò alla Francia di Vichy. Nel 1942 venne occupato da Germania e Italia questo territorio, con anche la Corsica; ma fu faccenda di pochi mesi, e nell’autunno del ’43 arrivarono nell’isola forze angloamericane.

Oggi la Corsica con una certa autonomia. Usa il francese; rivendica però la propria identità, con una lingua connessa in qualche modo al sardo, e con forti influenze toscane.

Se ne è ricordato il papa.

Ulderico Nisticò