La COMAC, che i vecchi soveratani chiamano Quarzo, è un ottimo esempio di archeologia industriale e di recupero di un’area dismessa, anzi abbandonata, e prima anche pericolosa. Ormai è sede di ogni sorta di attività estive: se avesse nuovamente il tetto, lo sarebbe nelle altre stagioni.
Il 26 agosto, è divenuta teatro, con la rappresentazione dello spettacolo “L’amore, gli amori”, contaminazioni di musica, canzoni, dialoghi di Ulderico Nisticò; con versi di Dante (Vita nova), Petrarca (Canzoniere), Leopardi (Idilli), Lucrezio (De rerum natura), Omero (Iliade, Odissea), Euripide (Medea), Saffo (frammenti), Carducci (Rime e ritmi), d’Annunzio (Laudi, Alcyone), Rostand (Cyrano), Redi (Bacco in Toscana).
Hanno recitato Rosetta Gesini, Pasquale Mosca, lo stesso U. N., Marisa Pantisano; ha suonato e cantato Alfredo Battaglia; ha danzato la giovanissima Clarissa Soluri.
La serata poco attraente e minacciosa di pioggia non ha scoraggiato il pubblico, così numeroso da indurre il sindaco, cortesemente presente, a procurare in fretta un buon numero aggiuntivo di sedie. Tutti molto positivi i commenti degli spettatori, che hanno apprezzato il punto ottimo tra cultura e piacevolezza.