Non sono informato, e non voglio informarmi sulle questioni legali circa il Quarzo, o ex Comac che dir si voglia. Mi vengono però delle riflessioni.
Quello che è certo, la fabbrica è del 1937, dismessa negli anni 1950; utilizzata come esercizio commerciale; abbandonata; rimasta senza tetto; utilizzata – anche da me – per manifestazioni e spettacoli teatrali; da due anni, chiusa con catenelle.
Viene nuovamente presentato un progetto. Non è la bufala immane di Mancini dell’Hotel a 5 stelle di superlusso megagalattico, anche perché già allora era, più terra terra, “strutture ricettive”, che può significare qualsiasi cosa e il suo contrario, tranne che roba da Montecarlo e da ricconi: praticamente, erano e solo appartamenti e appartamentini.
A titolo strettamente personale, mi chiedo a chi vogliono vendere gli eventuali appartamenti, in una Soverato che conta ufficialmente 8700 anime, senza scordare i tanti che vivono di fatto altrove; e con altissima percentuale di anziani, me incluso; e in cui sulle vetrine dei dismessi negozi si legge a raffica AFFITTASI e VENDESI, e non li vuole nessuno manco se fosse scritto REGALASI. Io la farei, una bella analisi sociologica, quindi di mercato.
Ma sono fatti loro, se qualcuno ipotizza e propone. È vero altrettanto che l’edificio così com’è non può restare, perché, attualmente, è un rudere: glorioso, ma rudere.
E qui hanno colpa palese tutte le Amministrazioni, la presente inclusa, per non aver mai badato seriamente alla questione; non aver trovato il modo di chiedere un intervento regionale per far divenire pubblico il bene, e aprire una seria discussione su cosa farne.
Io ho proposto molte volte un’idea di ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE, con restauro fatto come si deve, scienza alla mano; tetto di legno; centro congressi modulato; ambienti per la biblioteca e per l’archivio storico comunali… Un’idea come un’altra, forse; ma non ne vedo altre praticabili, anzi altre non ne vedo proprio.
Ulderico Nisticò