Ancora sull’alluvione


 Si comincia a capire qualcosa in più sull’alluvione di domenica 2 dicembre: che il sistema di scolo delle acque non funzione come dovrebbe; che alcune costruzioni hanno creato ostacolo; che al Comune quella giornata è costata diecimila euro… salvo complicazioni e salvo richieste di risarcimenti.

 Dobbiamo dedurre che le colpe… ma le colpe personali non m’interessano. Io non sono un confessore e non sono un giudice, e non mi scarico l’anima sopra gli altri; e se chiamassimo in tribunale tutti i sindaci degli ultimi settant’anni, molti ormai defunti, ognuno direbbe che la colpa è degli altri e lui ebbe solo gloriosi meriti.

 Del resto, la cattiva amministrazione non è un reato, se nessuno ha rubato soldi; ma è molto peggio di un reato: è cattiva amministrazione.

 Non m’interessa dunque la colpa, ma la causa: la causa è che Soverato, come del resto tutta la Calabria e grandissima parte d’Italia, si è sviluppata senza urbanistica e senza manco sapere cosa fosse un piano regolatore; e quando e se ne approvarono uno sulla carta, non restava più niente da regolare.

 Gli effetti sono stati il disastro di domenica, non primo, e solo speriamo sia l’ultimo. Vero che la pioggia delle ore antelucane è stata violentissima; ma la domenica precedente, per qualche goccia, l’allagamento fu poco meno.

 Il problema è dunque strutturale, e va affrontato strutturalmente. Soverato ha una situazione molto particolare: alcuni quartieri di nuova costruzione si trovano in altura; parte dell’insediamento è, come tutti sanno tranne certi progettisti, sotto il livello del mare. Ricordiamo bene che i locali sottostanti il teatro sono inutilizzabili per rischio, anzi certezza di infiltrazioni; e che l’Acquario di Soverato fu l’unico della storia del mondo dove i pesci morirono affogati. Complimenti. Se la situazione è particolare, occorrono interventi speciali, e non provvisori ma risolutivi.

 Vanno dunque pensati, finanziati ed effettivamente eseguiti lavori non di rattoppo, non di emergenza: sotto l’emergenza si spende di più, si lavora male… e qualcuno ci campa sopra. Il progetto va affidato a professionisti di valore, che decidano senza sapere se quel terreno è di Pinco e quell’altro di Palla; ed eseguito subito, e, ovviamente, nei mesi solatii, non sotto l’ira di Zeus Adunatore di nubi.

 Ah, propongo di escludere dalle gare quelli del lungomare nuovo: andate a vedere con i vostri occhi!

 Dove pigliamo i soldi? Intanto, con diecimila euro, d’estate avremmo pulito i fossi. Ripeto che ci sono tanti giovanottini a spasso da adoperare, inclusi i cosiddetti immigrati dediti al cellulare h/24 senza prestazione d’opera.

 Poi andiamo alla Regione, che, dice la Corte dei conti (non lo dico io!), nel 2017 ha rimandato indietro il 91.6% dei finanziamenti europei, e ne intercettiamo un poco, come facevano i briganti, durante il malinconico tragitto di ritorno, vergini, da Catanzaro a Bruxelles. Vergogna alla Regione!

 Veniamo alla Protezione Civile, che a Soverato possiede una postazione dotatissima di computer e desolatamente priva di automezzi; perciò l’unica cosa da cui ci può proteggere sono i virus informatici. Non so se c’è un piano, so che nessuno lo sa; e non sono mai state effettuate esercitazioni e roba del genere. Anche a questo proposito, non m’interessano meriti e colpe, m’interessa che non funziona.

 Torneremo presto sull’argomento, e ringrazio gli amici che mi stanno telefonando per discuterlo e suggerire.

Ulderico Nisticò


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