Ancora su Georg Gottlob e la Calabria


 Cerchiamo di capire cosa induca il prof Gottlob a venire in Calabria, e mettere casa a Paola, e lavorare all’UNICAL di Cosenza.

 Facile immaginare un motivo professionale e scientifico, se dice di aver già collaborato con l’UNICAL sull’ardua materia dell’IA; e aver ottenuto dei risultati che vuole approfondire. Sono curioso dei particolari, ma certo che studiare l’IA richiede non solo conoscenze ed esperienze di alto livello, ma soprattutto la disponibilità al nuovo: una cosa che in Calabria non succede spesso, e spesso il tutto è rimasto immobile per secoli. Rinviamo queste riflessioni a quando ne sapremo di più.

 Ma Gottlob dice che gli piace la Calabria, e sta bene a Paola. Mi spiace per i piagnoni di professione, ma Gottlob non lacrima e non se la piglia con fantasiosi nemici di qualche millennio o secoli fa. Dice che la Calabria gli piace.

 Bene, aiutiamolo a conoscerla meglio. A Paola stessa, dopo il Santuario (fategli leggere il bel libro del prof. Caridi su san Francesco), c’è la chiesa romea di Sotterra, eccetera.

 Una passeggiata a nord, ed ecco San Lucido e il suo continuum abitativo che dicono sia il più grande d’Europa; e s’informi sul cardinale Ruffo. E Cirella Vecchia, e l’arte preistorica di Papasidero.

 A Sud, Amantea con chiese e palazzi e le memorie dell’eroico assedio francese.

 Ad Est, Cosenza, il castello, i monasteri e le chiese, il centro storico; le memorie dell’umanesimo e della filosofia. Altomonte. Due passi, e ci sono Celico e S. Giovanni in Fiore, con Gioacchino e il suo arcano pensiero, anche letto attraverso Dante.

 L’area archeologica di Sibari – Thuri – Copia merita una lunga visita; e via a Corigliano – Rossano con ogni sorta di monumenti. Via Castrovillari, ritorni a Paola.

 Altro giro: Lamezia e Vibo con archeologia classica e monumenti medioevali. Pizzo, che non è solo Murat, però il fatto incuriosisce. Poi Tropea e tutto il Poro, luogo arcano e fascinoso, e con ottimi formaggi.

 Molte cose attraggono nella Piana, sia molto antiche sia contemporanee; e anche lo stoccafisso e il baccalà.

 Palmi è un balcone sul mare; ed ecco anche Scilla e Bagnara. E Reggio con il Museo e molto altro.

 Lo Ionio della Locride ha tanto di quelle cose… bastano Papasidero, Tridetti, Gerace, Locri, Stilo, l’area di Kaulonia…

 Ci vuole una giornata per Badolato e dintorni. Ovvio un salto a Serra S. Bruno e alla Certosa; e a Mongiana. A Soverato c’è la Pietà del Gagini e il borgo medioevale, eccetera.

 Il Bruzio romano si mostra nella ben valorizzata area di Scolacium. Anche Catanzaro mostra tesori d’arte, anche se piuttosto disseminati, e ci vuole pazienza. Quattro millenni di storia si trovano a Tiriolo; l’arte dei Preti, a Taverna.

 Cropani vanta, nella storia, una densità di dotti, rispetto al piccolo territorio, che non esito a definire miracolosa: il Grano, padre Fiore… Belcastro è uno scrigno di Medioevo. Santa Severina è la storia stessa della Calabria, dagli Enotri ad ancora oggi. Isola e Crotone mostrano irti castelli assieme a molta storia greca e romana; che, grazie a Dio, non è solo Pitagora!

 Ci sono tantissime pubblicazioni serie, su quanto scrivo. Gottlob, con IA e con la sua intelligenza naturale, saprà distinguere le fantasie dal vero. Io ho fatto la mia parte.

 E che dire dei paesaggi marini e montani? E di tantissimi borghi in cui immergersi per turismo esperienziale, e, con un poco di fortuna, qualche soppressata genuina?

 Come avete visto, amici lettori, vi ho descritto, e molto velocemente e con tante omissioni, la Calabria vera, senza singhiozzi a pagamento; e anche senza bufale tipo i nove o dieci sbarchi di Ulisse e altre fandonie. Spero solo che il prof Gottlob non finisca nella grinfie di qualche prefica o, peggio, dei meridionalisti della domenica.

Ulderico Nisticò