Autonomia differenziata


 Secondo tutte le statistiche ufficiali, la Calabria è l’ultima d’Europa. Di ciò non si può attribuire la colpa all’autonomia differenziata, perché tale autonomia non esiste, ed è, a oggi, solo un progetto. Quindi la Calabria è l’ultima d’Europa senza l’autonomia. Peggio di ultima non può capitare!

 La Regione Calabria esiste, disgraziatamente, dal 1970, con i seguenti presidenti: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio e A. Viscomi di centrosinistra; e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi, Santelli, e Spirlì centro(destra). Con Occhiuto le cose vanno meglio, però aspettiamo la fine del quinquennio.

 Dal 1970 a oggi, mentre la Calabria è ultima, non c’è l’autonomia; anzi c’è il centralismo. La Calabria ha ricevuto valanghe di soldi da due poteri centrali, Europa e Roma; e, fino al 2022, non li ha utilizzati. Esempio: Occhiuto dichiara di aver trovato miliardi non spesi della gestione (???) Oliverio Viscomi. Non c’era, con Oliverio e Viscomi, alcuna autonomia, dovevano solo spendere i soldi altrui.

 Conclusione, il problema profondo della Calabria, e del Meridione, è la classe dirigente, espressione da intendere sia in stretto senso politico sia in senso amministrativo sia in senso culturale. Per secoli, feudatari dai modi più plebei dei loro contadini, e alieni dal benché minimo mecenatismo per cercarsi una gloria della quale non importava nulla loro; e dopo, una borghesia radicata nella fissazione che la cultura sia il titolo di studio con relativo posto fisso; e letterati esperti nel piagnisteo retribuito. Il peggio fu quando il notaio nipote di pecoraio ricco sposò la figlia del barone povero, e i figli si ritennero nobbbbbbili, quindi esonerati da fatica e soprattutto da pensiero. Donde il dilagare di ignoranti con laurea.

 E invece ci servono intelligenza, coraggio, spirito d’iniziativa; quindi smettere di votare per l’amico e il vicino di casa e il presunto “preparato”, e scegliere gente capace; e persone da cui pretendere che facciano il loro dovere.

 Esattamente come se un medico non ci cura, cambiamo medico; se un meccanico non ripara l’auto, cambiamo meccanico… con la stessa sfacciataggine dobbiamo cambiare i politici, se non ci giovano.

 Lo stesso per i passacarte, se non lavorano.

 Ecco cosa penso io dell’autonomia differenziata, e mi auguro si faccia sul serio e subito. E aggiungo e ripeto che non basta una Calabria con il suo milione e mezzo di abitanti in buona parte vecchi: meglio una grande Regione Ausonia, con Molise Puglia Basilicata Campania Calabria, dodici milioni di anime.

 Tanti consiglieri regionali meridionali perderanno il lauto stipendio? Nulla più interessarmi di meno.

Ulderico Nisticò