Autonomia differenziata e l’Isotta Fraschini


 Leggete con intelligenza il libro di Alessandro de Virgilio sulle patacche delle industrie calabresi degli anni 1970-90: SIR, Saline, Centro siderurgico, eccetera; nessuna delle quali lavorò un solo giorno. Qualche nostalgico del nulla spiega con la venuta di Garibaldi… poi, nonostante la ben nota sconoscenza dei luoghi, dei fatti e delle date, si deve arrendere, in quanto don Peppino defunse nel 1882, ed era fuori gioco dalla politica italiana dal ’67; e allora se la piglia con un “Norde” ignoto, che immagina pieno di nebbia e di cannibali. E invece fu tutta colpa nostra, anche in quel caso; e si faccio un esempio.

 Erano gli anni 1980; da poco falliva il turpe inganno del Centro siderurgico di Gioia Tauro, che sbancò la Piana e arricchì le mafie prima povera gente, e non se ne vide manco un mattone. Arrivarono dei loschi figuri, i quali promisero di aprire uno stabilimento atto a produrre… scarpe, pensate voi, lacci per le scarpe, pantaloni, panini… eh, queste cosette lasciamole all’Emilia, mentre noi siamo la Magna Grecia… volevano produrre, in Calabria, niente di meno che l’Isotta Fraschini, auto degli anni 1920, molto amata, nel 1920, da principi e petrolieri; costo unitario di vendita di ciascun veicolo, milioni £ 300. Quanti ne vendettero? Zero, anche perché non venne mai prodotto nemmeno un monopattino di pale di fico d’India!

 Perché ve lo racconto, dopo tanto tempo? Per ricordarvi che, nel 1980, non c’era l’autonomia differenziata. La colpa dell’Isotta Fraschini, escluso Cavour morto nel 1861, e a parte che i meridionaldomenicali a stento sanno chi il conte era, la colpa è del politicante che ricevette la proposta e l’accolse come fosse la gerla della Befana, invece di chiamare subito le forze dell’ordine, e, a scelta, uno dei due manicomi più vicini a Gioia Tauro: Girifalco o Barcellona Pozzo di gotto.

 Giusto. Però, scusate, in mezzo a questa tragicommedia dell’IF, dov’erano deputati, senatori, presidenti e assessori e consiglieri di Regione e Provincia, sindaci? Tutti a dormire il sonno di Aligi?

 E attenti a quanto sto per scrivere, che è assai più grave: dov’erano magistrati vari, carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili e non so se ho scordato qualcuno? Dov’erano sindacati, i partiti? Dov’erano i giornalisti? E gli intellettuali antimafia a tempo pieno?

 E, per non trascurare nessuno, dov’erano i degni ecclesiastici che forse impartirono, tra fumo d’incensi, la loro benedizione a un capannone più vuoto dell’esperimento di Torricelli?

 Riassunto: la questione dell’IF, come le altre e varie altre fandonie tipo “il tennis europeo parla crotonese”, e i trattori russi… l’apertura di capannoni deserti dove esercitarsi a far sentire l’eco anche bisillabica (rinuncio a farvi esempi goliardici!), di questo e di tutto il resto, è solo colpa della Calabria.

 E, ripeto, non c’era l’autonomia differenziata, quando dilagò la truffa dell’IF!

Ulderico Nisticò