Autonomia senza il Meridione


 Nel 1860, l’unificazione politica e amministrativa dell’Italia si fece non contro il Sud, come spaccia una pubblicistica ignoratissima di storia, ma si fece senza il Meridione. Il Regno delle Due Sicilie, che era un terzo d’Italia rimase del tutto muto e passivo mentre Cavour e Napoleone III battevano l’Austria e si dividevano il bottino. E prima di accorgersi dello sbarco di Garibaldi, questi era entrato in Napoli comodo comodo sopra l’unico treno che c’era. Dopo il 1861 si mossero, caoticamente, gli insorgenti detti briganti, ma era tardissimo. Non parlo delle invenzioni del passato e del futuro di un meridionalismo della domenica che oggi imperversa sui social, predicando rivolte e separazioni… e i nostri eroi alle europee hanno votato o FdI o PD e qualcuno ancora 5st, perché uno straccio di loro lista non l’hanno messa assieme.

 Riassunto: il Meridione borbonico non si mosse; gli antiborbonici altro non fecero che scoprirsi improvvisamente savoiardi, nulla mettendo in discussione; e badando ognuno a procurarsi un posticino fisso. Ecco dunque, nel 1860, l’unificazione senza il Sud.

 Oggi l’autonomia differenziata è stata approvata… a proposito, non è mica un’ipotesi: è legge, approvatissima dal parlamento e firmata intonsa e vergine dal presidente… è stata approvata ed è legge; e anche in questo 2024 come nel 1860, non contro il Sud, ma senza il Sud.

 I tardivi, tardivissimi oppositori tentano il referendum. È lecito, perché no? Servono cinquecentomila firme, e fin qui non è troppo difficile; serve che il quesito sia stato scritto da un laureato in legge e non da giornalisti delle fandonie, o neanche lo leggono, nelle sedi competenti; e in italiano, non a colpi di “c’hann’arrobbate” e altri grugniti in dialetto. Poi ci vuole il quorum, cioè il 50% e uno degli elettori che vada a votare. E sappiamo che moltissimi referendum sono caduti nel vuoto. Comunque, provateci. Io, che sono per l’autonomia, e lo sarei stato anche nel 1860, non firmerò, ovviamente, e nemmeno, tanto meno darò una mano al quorum.

 A proposito, per tutti quei passaggi ci vorranno molti mesi se non anni, e intanto cosa fatta capo ha; e già il Veneto si è mosso nella direzione dell’autonomia, del resto annunziata da molto tempo. Come lo sbarco di Garibaldi, di cui parlavano ampiamente i giornali d’Europa, e lo sapevano tutti tranne Francesco II. Così il Meridione del 2024 nulla ha fatto prima che passasse la legge. Per i devoti della Magna Grecia, gli Elleni avevano due mitici fratelli: Prometeo, colui che pensa prima; ed Epimeteo, colui che ci pensa dopo: ahahahah. Sono perdenti nel 180 come nel 2024, gli Epimetei nostrani.

 Secondo me, il Meridione deve accettare la realtà e assumere i dovuti provvedimenti. Il primo, dico e ripeto, è mettere assieme la Regione Ausonia con Molise Puglia Basilicata Campania Calabria; un solo presidente, un consiglio di pochi membri e che si riunisca ogni quattro mesi; pochissimi passacarte. Dodici milioni di abitanti, altro che i pochi gatti della Calabria e un gattino solo del Molise.

 Volete i servizi? Ma prima, la produzione di qualsiasi cosa seria; e che consenta di dire la nostra sui mercati reali. Per produrre, servono imprenditori; per governare, quindi anche per avere servizi adeguati, serve una classe dirigente; e smettere di votare per il vicino di casa.

 Serve anche una cultura meridionale solida e con i piedi per terra, senza piagnistei ben pagati, e senza voli di fantasia verso un passato inventato e un futuro immaginario.

Ulderico Nisticò