Autonomia terrorizzata


 Oggi, 21 gennaio 2024, non c’è ancora l’autonomia differenziata; e ciò significa che la Calabria è a regime centralistico e non autonomo. Secondo alcuni, va bene così. Ebbene, la Calabria è, grosso modo, l’ultima d’Italia, e non è l’ultimissima d’Europa solo perché si contano anche Melilla e la Guyana francese, cioè la Cayenna!!!

 Non solo, ma è dal 1970 che la Regione Calabria riceve, a regime centralistico, valanghe di soldi da Roma e da Bruxelles, e non li spende; con eccezione di Occhiuto, a quanto pare. Non spesero quelli di centro(destra) P. Nisticò, P. Chiaravalloti, GB Caligiuri, P. Scopelliti e N. Spirlì; quelli di centrosinistra nemmeno li nomino.

 Ebbene, la Calabria che NON ha speso non ha l’autonomia differenziata, anzi non ha nessuna autonomia, ed è lo stesso l’ultima d’Europa (Cayenna esclusa!) e, fino all’anno scorso, non ha speso. E, quando ha speso… la sanità calabrese pagava due o tre volte la stessa… stavo per scrivere fatture, ma le sole fatture erano quelle delle fattucchiere!

 Se dunque l’attuale situazione calabrese fosse profumate rose e colorati fiori, potrei capire che qualcuno si preoccupi di futuri cambiamenti. Ma siccome le cose vanno malissimo, non riesco a capire perché qualcuno voglia tenersi il male certo presente per paura del cambiamento eventuale. Ovvero: se la classe politica calabrese e i passacarte di Germaneto fossero bravi e belli e benefici, capirei che qualcuno li voglia difendere; ma una classe politica e burocratica come la nostra (lo dico al 95%) può essere solo mandata a casa.

 E non serve mica una rivoluzione… del resto, le uniche insurrezioni calabresi della storia furono una rivolta del 1459, il Sanfedismo del 1799, eroico e brevissimo, e la guerra contro Giuseppe Bonaparte e Murat 1806-12. Non dobbiamo pensare a chissà quali agitazioni, se dovremo cambiare classe politica: basterà il voto.

 Finora, i Calabresi hanno quasi sempre votato alla cieca: il parente, l’amico, il “meglio lui che un altro”… il partito, quando i partiti c’erano. Il risultato è stato pessimo. Secondo me, se con l’autonomia differenziata dovremo amministrare i soldi nostri di tasca, saremo costretti a fare come facciamo con l’amministratore di condominio: se non provvede a pulire le scale, gli gridiamo contro e lo sostituiamo con uno più efficiente.

 E invece, in Calabria… dal 1970 abbiamo avuto una ridda di presidenti e assessori e consiglieri di ogni targa, subito dimenticati, e del resto non meritavano alcuna memoria. E a cui nessun elettore ha mai chiesto un rendiconto di cosa abbiano fatto e non fatto. Del resto, a Soverato non abbiamo mai visto nemmeno i due presidenti che erano più o meno paesani, cioè Nisticò e Chiaravalloti; figuratevi gli altri.

 Anche oggi, Occhiuto personalmente a parte, i suoi assessori ci sono poco e niente noti; e i consiglieri di minoranza tacciono (parla, ogni tanto, Alecci); e quelli di maggioranza, educatamente muti.

 E non vi dico i deputati e senatori, in questo caso dal 1861, con, in 165 anni, rarissime, e dico rarissime eccezioni: praticamente Nicotera, Michele Bianchi e Luigi Razza.

 Un proverbio calabrese recita: “Cu lassa a strata vecchia pe’ la nova, sapa chi lassa e non sapa chi trova”; e, con questa abietta e cupa filosofia della domenica, sono tre o quattromila anni che trasciniamo il tutto alla peggio. E siccome la strada vecchia la conosciamo, e non va minimamente bene, secondo me dobbiamo provare la nuova.

Ulderico Nisticò