Bancarotta fraudolenta, un arresto e un milione e mezzo di euro sequestrati


La Guardia di finanza ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un soggetto, amministratore di fatto di una società già in liquidazione e, successivamente, dichiarata fallita, indagato per più ipotesi di bancarotta fraudolenta patrimoniale. Contestualmente è stato disposto il sequestro preventivo di un terreno edificabile, nel comune di Stalettì (Cz), e di denaro per circa 1,5 milioni di euro, quale profitto del reato ipotizzato.

Secondo l’ipotesi di reato l’indagato, in concorso con altri (sono 8 gli indagati), avrebbe distratto il terreno (unico bene della società di cui era amministratore di fatto), che, contestualmente all’avvio della liquidazione, è stato ceduto ad un’altra società appositamente costituita, riconducibile all’indagato, nonché il corrispettivo della cessione del predetto bene.

Sono stati ritenuti sussistenti gravi indizi, in ordine ad un ulteriore episodio di bancarotta fraudolenta consistente nella mancata richiesta di restituzione di un credito di oltre 800.000 euro vantato dalla società fallita nei confronti di un’ulteriore società, anche quest’ultima poi dichiarata fallita, pur in presenza di un debito, verso la Regione Calabria, di oltre un milione di euro derivante dall’anticipo di un contributo pubblico ottenuto nel 2005 per la realizzazione sul terreno sequestrato di un complesso alberghiero, finanziamento poi oggetto di rinuncia e mai restituito.

A carico di un’altra persona è stato disposto il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, della somma di circa 77.000 euro in relazione all’ipotizzato reato di indebita compensazione di debito IVA, in quanto il debito IVA, in capo alla società fallita, sarebbe stato illecitamente neutralizzato con crediti riconducibili alla nuova società appositamente costituita.