Cadono dal pero sul 25 aprile


 Un tizio, in RAI, elencando quelli che, secondo lui, erano i “partigiani”, comincia con i cattolici, passa agli azionisti… e sorvola elegantemente su quelli che erano, rispettivamente, il 40 e 40% dei partigiani: i monarchici e i comunisti. Siccome io faccio lo storico e non mi devo candidare e a stento voterò, restituisco la realtà all’attenzione dei lettori.

 Subito dopo la guerra, vennero dichiarati partigiani circa 80.000 uomini e qualche donna: questo leggo in pubblicazioni ufficiali. Ripeto che almeno il 40% erano ufficiali e soldati fedeli a Vittorio Emanuele III, e che quindi non volevano certo la repubblica, e nel 1946 votarono monarchia; l’altro 40% erano comunisti, che certo non volevano la democrazia liberale, bensì il comunismo sovietico. Quindi è un po’ difficile far passare gli 80.000 come se fossero una pigna e tutti d’accordo. Normale, dice lo storico, perché erano di idee e partiti del tutto disomogenei.

 Andiamo avanti. Nel 2024, molti parlano come se il Ventennio fascista fosse stato sul pianeta Marte, e se ne parli ora per la prima volta dal 1945. Ebbene, le case degli Italiani brulicano di libri di palesissima apologia fascista, editi tra lo stesso 1946 e almeno gli anni 1990; e di libri molto seri e asettici come quelli di De Felice. Libri pubblicati da normali case editrici e venduti a tonnellate in normali librerie. C’è poco da cadere dal pero!

 E che vi devo dire dei molti movimenti esplicitamente postfascisti se non neofascisti? Ne cito uno solo, il Movimento Sociale, fondato non nel 2024, ma il 26 dicembre 1946, presente in parlamento dal 1948, e che riscuoteva mediamente un milione e mezzo di voti regolarmente espressi, fino ai cinque milioni e mezzo del 1994. Qualche mentitore di destra andò dicendo che erano voti di una certa alleanza nazionale, ma erano del MSI-DN. Le sedi del MSI brulicavano di cosette che violavano ogni virgola della legge Scelba, e non erano in forre dell’Aspromonte, bensì nel bel centro dei nostri paesi: a Soverato, sul corso Umberto.

 E, per non scadere in banalità, gli esami di Stato si fanno con una legge del 1925 e se qualcuno copia questo mio povero post, viola una legge del 1941. Cadete dal pero?

 Mi fermo qui. Dove voglio arrivare? Che dal 1945 sono trascorsi anni 80; e possiamo dire, con Tacito a proposito di Augusto, “chi c’era che potesse ricordarsi della repubblica?”, cioè tutti sapevano che c’era stata la repubblica a Roma, però era una nozione storica, visto che dal 42 comandava Ottaviano. Anche oggi, io stesso ho qualche difficoltà a raccontare la “conquista dell’Etiopia”, perché la maggior parte dei ragazzi, ignorando la geografia, ignora anche dove sia l’Etiopia; e tanto meno ha presente il concetto di conquista; al massimo direbbero di essere “contro la guerra”, una guerra qualsiasi. Ma se oggi qualcuno volesse conquistare… e mi fermo, se no passo un guaio. Vorrei conquistare Malta e la Corsica, è vero; però, da storico, so che se tentiamo di conquistare il Canton Ticino, gli italianissimi Ticinesi brandirebbero il fucile… contro di noi.

 Vedete come non siamo d’accordo nessuno? Del resto, se vi elenco le guerre civili degli altri… e mica cannibali della Nuova Guinea: USA, Francia, Gran Bretagna, Spagna… i Tedeschi, che sono sempre schematici e kantiani, le guerre civili le hanno fatte sotto forma di guerre regolari come nel 1866; e dal 1945 al 90 erano pronti Germania Ovest contro Est. Cadete dal pero che dal 1943 al 45 ne abbiamo fatta anche una noi?

 Mi piacerebbe dunque, come dicono i dotti, “aprire un dibattito”. Io ho dato un modesto contributo, però, ragazzi, alla destra non importò e non importa: tanto i voti li piglia lo stesso, anzi meno scoccia con dibattiti e più ne piglia.

Ulderico Nisticò