Calabria disperata


 Non passa giorno che non sia aduggiato da una triste notizia sulla Calabria: primato di disoccupazione, primato di invecchiamento, primato di desertificazione… primato in negativo di qualsiasi cosa.

 Ricordo, prima di andare avanti, che la Calabria ha un Ente Regione, il quale, dal 1970, è stato governato (si fa per dire) dai seguenti personaggi: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra).  Di questi illustri signori, G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti, di  centro(destra), non si sono minimamente manifestarsi migliori, anzi nemmeno diversi, da quelli di centrosinistra: stesse roboanti proclamazioni, stesse promesse, stessi fallimenti; e sotto di loro, come sotto gli altri, a comandare effettivamente sono stati i passacarte degli uffici. Comandare, cosa? Di non fare nulla, a scanso di responsabilità.

 “Fijjiu meu”, implorò la mamma quando seppe che il pargolo sarebbe divenuto dirigente di ufficio, “t’arraccumandu, ‘on firmara mancu na cartolina illustrata”. Come si può diobbedire alla mamma, in Calabria?

 Perciò, con Giunte di centrosinistra e con Giunte di centro(destra), la Calabria resta l’ultima l’Italia, e terzultima d’Europa.

 Intanto, i Calabresi non politici e non burocrati, che fanno? Un bellissimo niente. Niente le Università; niente i giornali; niente gli intellettuali in genere, a parte qualche occasionale piagnisteo generico. I più scolarizzati danno la colpa ai Romani, agli Spagnoli, ai Borbone; o, se furbetti, a Garibaldi: ma solo dopo essersi accertati che Garibaldi sia morto, i Borbone e gli Spagnoli caduti, e i Romani del 2018 non saprebbero manco vincere una guerra contro Frascati.

 A questo punto, tocca a me dire qualcosa. A mio modesto avviso, la Calabria potrebbe disporre di qualche potenziale risorsa: quelle di un tempo, cioè allevamento e agricoltura con qualche momento di artigianato e persino di industria; e quella di oggi, un turismo gestito come si deve. Perché non lo fa?

 Per mancanza di idee di Calabria nate e discusse in Calabria, e non scopiazzando modelli funzionanti altrove, anzi spesso sono millantate. Abbiamo bisogno di conoscenza della Calabria senza filtri ideologici; di economia calabrese; di  turismo calabrese e non “Rimini del Sud” e roba del genere; di storia calabrese, e non “qui sbarcò Ulisse”, praticamente ogni 200 mt delle coste ionica e tirrenica!

 Per incapacità operativa di politicante e scaldasedie. Ah, se mi dessero una settimana di pieni poteri!

 E invece ci dobbiamo tenere quello che abbiamo a sinistra; e l’anno prossimo, se non si provvede da oggi, avremo un centro(destra) altrettanto inutile e dannoso del centrosinistra.

 Soluzione? Il Governo dia un’occhiata alla Calabria del 2018, e faccia qualcosa di serio in previsione del 2019.

 Ulderico Nisticò


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